Si conferma il fondamentale contributo scientifico fornito dai cacciatori; sono già due gli anelli recuperati in Lombardia durante questa stagione venatoria da parte degli appassionati della caccia agli scolopacidi acquatici. Un anello di un beccaccino prelevato a Bergamo dove era stato inanellato qualche anno prima, mentre l’altro appartenente ad un frullino di almeno quattro anni, inanellato in Francia lo scorso anno e prelevato nella bassa bresciana.
Sono molti i cacciatori che stanno contribuendo alla raccolta delle ali dei capi abbattuti; la stagione fortunatamente sembra essere positiva, per cui, chiunque altro volesse partecipare alla raccolta di ali di beccaccino e frullino e contribuire a fornire dati importantissimi e fondamentali per la difesa della caccia e la conoscenza scientifica di questi magnifici uccelli, può contattare i rappresentanti provinciali di FIDC e ACMA.
Ricordiamo che è in atto il piano di gestione del moriglione, per cui è fondamentale comunicare tempestivamente gli abbattimenti alla regione Lombardia comunicazioni_caccia@regione.lombardia.it
Indicando il numero, ricordiamo che sono al massimo 2 al giorno e 10 stagionali per cacciatore, sesso, provincia di abbattimento e se sono prelevati su lago artificiale “Sguass”, o in ambiente naturale, fiume lago ecc.
Regione Lombardia ha approvato il 21 ottobre 2024 la delibera di giunta 3253 riguardante il riassetto delle norme regionali applicative per il controllo della fauna selvatica ai sensi del piano straordinario per la gestione ed il contenimento della stessa.
Una delibera in qualche modo riassuntiva e aggiornata delle regole sin qui esistenti per il controllo di determinate specie in zone vietate alla caccia, anche in periodi di divieto di caccia ed anche su specie non cacciabili.
Le specie oggetto di possibile controllo sono i corvidi, piccione domestico, storno, coniglio selvatico, minilepre, volpe, daino, cervo e capriolo; per quanto attiene al cinghiale ed al cormorano e le specie esotiche invasive esiste già una specifica disciplina.
Questa delibera, che potremmo definire linee guida sulle procedure, ha poi bisogno di singole proposte di intervento proposte e poi approvate da Regione Lombardia, anche tramite i propri UTR provinciali, con il controllo degli uffici di vigilanza della Polizia Provinciale.
Interessante per quanto riguarda la gestione del territorio che i comitati di ambiti territoriali di caccia e di comprensori alpini possano fare richiesta di intervento negli istituti faunistici quali ZRC e ZRA ove vi sia necessità “ai fini anti predatori al fine di tutelare il patrimonio faunistico sia in termini di popolazione nel suo complesso sia in termini di patrimonio genetico autoctono con lo scopo di migliorare la fitness delle popolazioni (in particolare lepre, starna, pernice rossa, fagiano e galliformi alpini)”.
La delibera elenca ovviamente prima i metodi non cruenti e poi i mezzi per il controllo, chiarendo che non si tratta appunto di esercizio venatorio quanto di controllo; e che lo stesso lo possono esercitare solo persone che abbiano fatto i relativi corsi, o che siano in possesso delle certificazioni precedenti e ovviamente dotate di licenza di caccia e di relativa assicurazione.
Naturalmente in ventotto pagine di allegato si dice molto di più, e gli enti interessati sapranno capire l’ambito applicativo migliore per poter affrontare le specifiche situazioni lombarde.
Dal Parlamento Italiano sono state approvate delle norme sulla questione piombo, anche per evitare la proceduta di infrazione da parte dell’Europa; cosa che peraltro non pare comunque scontata.
Le nuove norme, che andranno valutate appieno, chiariscono che l’attraversamento di zone umide su automezzi con armi e munizioni a bordo non è impedito, così come la questione delle sanzioni, seppure modificate in aumento, non dovrebbero essere comunque più di natura penale.
Di sicuro c’è che entro sei mesi le zone umide classificate come tali ai fini della legislazione sull’uso del piombo dal Ministero dell’Ambiente di concerto con quello dell’Agricoltura, sentito l’Ispra, dovranno essere identificate su base cartografica e segnalate da apposite tabelle sul territorio nazionale.
E del fatto che ci sia chiarezza siamo ovviamente contenti, perché l’incertezza interpretativa da parte degli organi di vigilanza non può che essere che causa di gravi difficoltà nell’esercizio della nostra attività venatoria.
La commissione Agricoltura della Regione Lombardia ha licenziato approvandole le proposte emendative alla legge ordinamentale che avevamo illustrato nello scorso notiziario.
La commissione, presieduta da Floriano Massardi, ha scremato un poco le proposte rendendole il più possibili conformi alle esigenze dei presentatori delle stesse per affrontare l’aula consigliare.
Rimane a noi forte il dubbio sull’emendamento Zamperini, rispetto al fatto che gli ATC ed i CA possano autonomamente stabilire forme aggiuntive di sanzioni accessorie a comportamenti scorretti del socio; intendiamoci, può starci che singoli casi appaiano non sanzionati a sufficienza, ma non è creando 54 norme e modi applicativi diversi in Lombardia che si risolve il problema.
Quanto semmai pretendere modifiche alle sanzioni se ritenute esigue o prospettando delle fattispecie uguali per tutti a livello regionale, che diano delle risposte univoche nella applicazione ed anche nella possibilità di ricorso.
Del resto, se oggi abbiamo il problema della mancanza di un regolamento unico per la selezione agli ungulati (ne abbiamo uno per provincia, in attesa del regolamento unico regionale), ora andremmo a consentire di fatto l’approvazione di 54 “codici disciplinari” diversi: uno per ciascun ATC o CAC.
Abbiamo timore, insomma, che per dare risposta a delle questioni locali si stia creando un vero pasticciaccio brutto giuridico.
Tocca all’aula, verso fine della prossima settimana, valutare quali degli emendamenti che interessano la nostra attività, potranno vedere la luce nel percorso di approvazione della legge ordinamentale.