Finalmente la Caccia, quella praticata e non solo parlata, o quella delle polemiche che hanno caratterizzato i giorni scorsi, in balìa di ricorsi e di aule di tribunale.
E finalmente per tutti, senza eccezioni e senza esclusioni.
Perché, se da un lato è stato giusto salvare la possibilità di prelievo della migratoria da appostamento nei giorni scorsi e fermo restando la legittimità del comportamento regionale rispetto alla possibilità della caccia ai mammiferi, l’aver consentito la caccia vagante solo per quella forma alla fine è stata fonte di grandi polemiche tra i cacciatori, oltre che occasione di qualche furbata in alcune parti del territorio.
Alla predisposizione di questo notiziario non abbiamo ancora notizia della decisione del TAR di Milano nella seduta del primo ottobre, delle motivazioni alle eventuali decisioni, che saranno necessariamente oggetto di valutazioni appena depositate e conosciute nei prossimi giorni.
Nel frattempo, la caccia segue il calendario venatorio approvato in luglio per le specie e per i giorni consentiti, a partire proprio da ieri mercoledì 2 ottobre.
La raccomandazione che ci sentiamo di fare, come ogni anno, è quella di fare molta attenzione verso tutti i frequentatori degli spazi interessati alla nostra passione, del rispetto delle regole venatorie e del rispetto dell’ambiente.
Abbiamo la fortuna di poter esercitare la nostra passione in spazi aperti, in realtà paesaggistiche che ancora ci emozionano e la cui bellezza molte persone non riescono nemmeno ad immaginare; facciamo in modo di non rovinare tutta questa poesia con delle azioni o delle sbadataggini che non ci perdoneremmo.
Sono stati pubblicati proprio nelle giornate di lunedì e martedì i piani di prelievo relativi alla selvaggina tipica alpina, dopo l’analisi dei censimenti primaverili ed estivi e la valutazione del successo riproduttivo.
Che per quest’anno, purtroppo, che si tratti di successo proprio non si può dire.
Le condizioni meteorologiche di tutto giugno e della prima decade di luglio, caratterizzate da giornate piovosissime, ed anche in montagna, sempre intorno ai 1800/2500 metri slm, con addirittura spolverate di neve e talune zone colpite dalla grandine, hanno avuto esito in negativo sulle covate per quasi tutte le specie.
Covate ridotte nel numero e di numero si sono ritrovate un po’ in tutta la nostra zona Alpi di maggior tutela, e questo ha consigliato molta prudenza nella richiesta dei piani di abbattimento da parte dei Comitati di gestione dei Comprensori alpini.
Perché in questo caso di serietà si tratta: se vi sono le condizioni per il prelievo lo si deve chiedere e concedere, se le condizioni sono difficili si chiedono pochissimi capi e ci si attiene con rigore alle assegnazioni ed ai tempi ridotti di prelievo.
Solo così la selvaggina, che non è replicabile in allevamento, può avere un futuro, almeno per quello che riguarda la nostra possibilità di intervento.
Certo sarebbe importante cercare di limitare anche moltissimi altri fattori di incidenza, ben più impattanti della caccia, durante tutto l’anno: dall’escursionismo invernale in zone vocate alle motoslitte, dall’aumento sconsiderato dei corvidi e di quelle specie una volta definite nocive ed oggi addirittura particolarmente protette che cacciano, per loro natura e per loro mantenimento, tutto l’anno.
Diversamente risulteranno inutili i protocolli sul gallo forcello, pernice bianca e coturnice, se ad avere attenzione rimane solo una parte ridottissima dei possibili competitori.
Si è tenuto ad Erbusco un secondo corso di Formazione sulla biosicurezza per la gestione degli abbattimenti dei cinghiali, seguito da più di trecento persone interessate.
Cogliamo l’occasione per ringraziare il signor Sindaco di Erbusco Mauro Cavalleri e la sua Amministrazione per averci concesso ancora gratuitamente la sede per il corso stesso, assieme alla sezione Federcaccia di Erbusco ed al nostro Vicepresidente Gian Pietro Recenti per la logistica.
Ringraziamo il dottor Claudio Monaci, direttore dipartimento veterinario e sicurezza degli alimenti di origine animale della ATS di Brescia per averci concesso la organizzazione di questa serata, anticipandogli sin d’ora che altri territori bresciani si stanno attivando per replicare la iniziativa.
Iniziato bene il passo dei tordi nella terza decade di settembre, con parecchi avvistamenti negli appostamenti che si dedicano a questo prelievo, il passo è poi calato fino verso la fine del mese di settembre, salvo poi riprendere abbastanza nettamente in parecchie zone proprio nella giornata di lunedì trenta settembre.
Ed ora aspettiamo il passo vero del mese di ottobre un po’ per tutte le specie.