Federcaccia Nazionale negli ultimi 10 anni ha intrapreso con sempre maggior impegno la strada della ricerca scientifica implementando in modo esponenziale risorse e risultati raggiunti. La ricerca scientifica oggi è fondamentale per non capitolare miseramente di fronte a chi, forte di ricerche e analisi di parte, ha come unico obiettivo la chiusura dell’attività venatoria oppure la sua decisa riduzione. Contare solamente su un presunto appoggio politico è deleterio, sia per la estemporaneità dello stesso che sulla validità e forza di alcuni alfieri del mondo venatorio. Inoltre solide basi scientifiche, costruite secondo le regole di questo mondo, forniscono a quei politici che vogliono schierarsi con noi, un punto di forza. Inoltre un’associazione venatoria come Federcaccia che investe nella ricerca non solo assolve dai compiti assegnati dallo Statuto associativo di difesa dell’attività venatoria ma acquisisce ad ogni tavolo di confronto credibilità e autorevolezza. Federcaccia Nazionale ha quindi da anni costituito l’Ufficio Avifauna Stanziale e Migratoria di cui fanno parte molti ricercatori provenienti da ogni parte d’Italia che collaborano con molte università per la stesura dei progetti di ricerca e per la loro redazione. Ma questi ricercatori poco potrebbero fare senza l’aiuto, senza la partecipazione delle migliaia di cacciatori iscritti a Federcaccia. Il ruolo del singolo cacciatore, adeguatamente istruito ed indirizzato, è fondamentale per la raccolta dei dati sul territorio. In questi giorni l’Ufficio Avifauna stanziale e migratoria ha rinnovato l’appello ai soci per partecipare ad uno studio in corso sulle popolazioni di beccaccino e frullino. “Il monitoraggio delle popolazioni di beccaccino e frullino in migrazione e svernanti in Italia intrapreso da FIdC già nel 2010 ha bisogno di maggiore partecipazione per integrare più dati possibili. Gli ambienti acquatici che ospitano queste specie negli ultimi anni stanno soffrendo molto il cambiamento climatico e agricolo, per questo motivo dobbiamo ampliare maggiormente la platea di cacciatori/collaboratori. Per fare ciò abbiamo creato un nuovo diario di caccia più semplificato e abbiamo creato una breve guida per la raccolta delle ali. Il progetto si divide in due parti: la raccolta dati su abbattimenti/avvistamenti e la raccolta delle ali. Lo studio delle ali e delle timoniere ci permette di capire il rapporto tra giovani e adulti (successo riproduttivo) e di valutare il trend tra maschi e femmine al fine di comprendere le eventuali variazioni nella struttura e nella dinamica delle popolazioni svernanti sul territorio italiano. La raccolta di dati su avvistamenti ed abbattimenti permette inoltre di calcolare degli indici cinegetici che daranno informazioni utili sulla demografia e di conseguenza lo stato delle popolazioni dei due scolopacidi. Alla raccolta delle ali può partecipare qualsiasi cacciatore che abbatta una di queste specie, anche se non è la sua caccia specifica, seguendo le istruzioni indicate.” Sul sito internet www.federcaccia.org è possibile apprendere in modo corretto come va effettuata questa pratica di raccolta delle ali e scaricare il Diario di caccia per il beccaccino e frullino su cui segnare avvistamenti e prelievi.
E’ evidente che la ricerca scientifica deve essere conseguente alle esigenze riscontrate dai Dirigenti di Federcaccia , esigenze nate sui tavoli istituzionali di confronto con gli Enti che regolamentano e legiferano sull’attività venatoria e negli organi territoriali di gestione della caccia come Ambiti territoriali di Caccia e Comprensori Alpini. Perché la ricerca è spesso l’argomento più importante anche in mano ai legali di Federcaccia. Facciamo un esempio pratico tanto per capirci: da quattro cinque anni a questa parte Ispra chiede di aprire la caccia al 1 ottobre e non più alla terza domenica di settembre. Le motivazioni addotte le conosciamo: possibilità di confondere a capanno le specie cacciabile con altre specie non meglio identificate ed il disturbo sempre ad altre specie ovviamente non menzionate. Ecco, questo sarebbe sicuramente un filone di ricerca da percorrere repentinamente per fornire ai legali di Federcaccia e alle Regioni studi scientifici chiari e inoppugnabili contro illazioni puramente ideologiche. Da Brescia e da tutta la Lombardia faremo arrivare forte e chiara questa richiesta a Federcaccia Nazionale perché la paventata riduzione del calendario venatorio interessa tutti i cacciatori e non solo una parte di essi, perché ci sembra il modo migliore per investire i fondi dell’associazione, perché è solamente producendo studi concreti, realizzati in collaborazione con il mondo universitario e con la partecipazioni della maggior parte di cacciatori possibili sul territorio che riusciremo a dare una fotografia reale dello stato sia dell’avifauna che della Natura.