Si è discusso martedì al Tar di Milano il ricorso presentato dai soliti animalisti della Lac in merito al calendario venatorio regionale ed ora non ci resta che attendere la sentenza che dovrebbe essere promulgata nei prossimi giorni. Dalla discussione in aula, alla quale era presente anche l’avv. Lorenzo bertacchi presidente regionale di Federcaccia Lombardia, non sono emerse – ovviamente – possibili anticipazioni. Tutte le parti avevano ampiamente scritto nelle memorie e, come da prassi, in fase di discussione ci si deve soffermare su eventuali nuove osservazioni. E la LAC lungi dall’affrontare i temi dei Key Concept e dei dati e delle motivazioni fornite dalla Regione per discostarsi da ISPRA, ha preferito trattare ancora della siccità, prendendo spunto da un articolo di giornale (di Pavia) in cui si citava la siccità di quest’anno quale causa della carenza di lepri. Senonché le previsioni meteo non possono essere materia di calendario a giugno, o addirittura prima. Nelle nostre memorie difensive avevamo ampiamente trattato i temi fondamentali: dal fatto che la LAC nemmeno avesse impugnato il calendario approvato con Delibera Regionale al fatto che la Regione avesse ampiamente motivato gli scostamenti dal parere ISPRA, passando per i passaggi del parere che sono sprovvisti di ogni fondamento tecnico e scientifico e i limiti entro cui il parere deve essere reso e tenuto in considerazione. E ancora ricordando come i periodi di caccia delle aperture fossero perfettamente conformi ai Key Concept così come in realtà lo sono quelli delle chiusure anche alla luce degli stessi dati ufficiali a cui ISPRA dovrebbe rifarsi. Oltre a tecnicismi giuridici di particolare importanza: il TAR infatti a settembre nel posticipare l’apertura della caccia aveva sospeso un provvedimento che la LAC nemmeno ha impugnato! Ai Giudici attraverso gli scritti e i documenti sono stati forniti tutti gli elementi per decidere con obiettività: dobbiamo solo sperare che non si lascino attrarre dalle versioni animaliste che ancor oggi in aula nulla hanno detto, salvo descrivere i cacciatori come una categoria concentrata solo ad abbattere più animali di quelli esistenti e incolpandoli della presenza nelle città dei cinghiali, descritti come povere bestie costrette a fuggire dai boschi per sottrarsi ai cacciatori. Alla luce delle ultime decisioni in materia di caccia non possiamo essere ottimisti, ma siamo convinti delle nostre idee e le difenderemo sino alla fine, auspicando che anche la Regione nella prossima stagione vorrà attenersi almeno in partenza ai periodi dell’art. 18 della legge 157/92, senza cedere sin dagli atti preparatori.
Sempre più spesso giungono notizie di avvistamenti di lupi non solo sugli Appennini ma anche in zone di pianura. Molti agricoltori hanno subito danno in questi anni, prima sporadici ora sempre più frequenti a testimoniare un aumento esponenziale di questi predatori che come dicevamo si avvistano con sempre maggiore frequenza. Essendo però il lupo, ma non dimentichiamo i problemi causati anche da alcuni orsi in trentino Alto Adige, animali particolarmente protetti, non si poteva intervenire in nessun modo per contenerne la densità. Ma qualcosa sembra cambiare, e speriamo non solo su questo tema! “Il contenimento di lupi e orsi è una scelta di responsabilità non più eludibile. Bene ha fatto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e forestale, Francesco Lollobrigida, a sottolineare la necessità di affidarsi alla scienza nella gestione di queste specie, superando le barriere ideologiche. La passività con cui i precedenti governi si sono relazionati con i vari movimenti animalintegralisti ha determinato negli anni il costante ripetersi di situazioni pericolose per gli umani, le greggi e le mandrie, oggetto di attacchi da parte di orsi e lupi”. È quanto dichiara l’on. Maria Cristina Caretta, deputata di FdI e vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera. “Il contenimento di queste due specie- conclude- è un dovere a cui non possiamo sottrarci, che tra l’altro rientra pienamente nelle disposizioni attuate in moltissimi paesi europei, dove la sicurezza degli uomini e degli animali d’allevamento è giustamente anteposta ai pregiudizi ideologici delle associazioni integralanimaliste”.
Con Decreto del presidente della Giunta regionale del 5 luglio 2021 è stata approvato il protocollo «Meteo Beccaccia» in attuazione del «Protocollo per la salvaguardia delle popolazioni svernanti della beccaccia in occasione di eventi climatici avversi» di Ispra, contenente criteri, tempi e le modalità d’intervento per la sospensione del prelievo venatorio alla specie Beccaccia in caso di eventi definiti “Ondate di gelo”, al fine di salvaguardia dei contingenti locali. Con l’emissione di martedì 29 novembre 2022 riprende la produzione del Bollettino settimanale “Meteo Beccaccia” per la stagione invernale in corso, con validità dal 1°dicembre 2022 al 5 dicembre 2022.
Alleghiamo il link per visionare il documento sul sito ufficiale:
https://www.ersaf.lombardia.it/it/file/8778/3a556e60/Meteo+Beccaccia+29_11_2022