La gestione delle specie esotiche invasive è carente: la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia. C’è infatti anche il Bel Paese nell’elenco delle quindici nazioni contro cui la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione per le loro carenze sulle specie esotiche invasive; in sette mesi non sono arrivate risposte soddisfacenti alla lettera di costituzione in mora spedita lo scorso giugno. Ora ci sono sessanta giorni per adottare le misure che la Commissione europea ritiene necessarie; se anche stavolta non saranno adeguate, arriverà il deferimento alla Corte di giustizia dell’Unione europea. “Le specie esotiche invasive rappresentano una delle cinque principali cause della perdita di biodiversità in Europa e nel mondo” scrive la Commissione europea dando notizia della procedura; ma quindici Stati membri (oltre all’Italia ci sono Belgio, Bulgaria, Cipro, Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia e Slovacchia) non hanno preso provvedimenti per prevenirne l’introduzione e ridurne la diffusione. Ci si attendeva invece che elaborassero un piano d’azione per gestire i principali vettori, in gran parte accidentali, tramite i quali le specie colonizzano l’Europa. Le specie invasive sono la nutria, l’Ibis sacro ma anche il Procione, lo scoiattolo di Pallas e lo scoiattolo grigio Nordamericano. Ci sono insetti, uccelli, il Gobbo della Giamaica, anfibi, la Rana Toro americana e rettili, la Tartaruga palustre americana, insetti e piante. Secondo Ispra sono introdotte dall’uomo accidentalmente o volontariamente al di fuori dell’area di origine e sono la seconda minaccia in termini oggettivi alla Biodiversità. Addirittura le specie alloctone rappresentano il fattore chiave nel 54% delle estinzioni di specie animali conosciute e sempre secondo Ispra sono responsabili della perdita del 5% del PIL mondiale essendo vettori di oltre 100 agenti patogeni. Causano in Europa danni per 12,5 miliardi di euro e si calcola che in Italia le specie aliene siano 3.000, il 96% delle quali arrivato negli ultimi 30. Ci verrebbe da dire che le specie alloctone invasive riescono a fare peggio dei cacciatori! Ma a fronte di questo danno incalcolabile l’Italia rischia la procedura di infrazione con la Comunità Europea. Ricordiamo che quando vennero aperte procedure di infrazione contro il nostro paese per questioni legate alla materia venatoria, caccia in deroga e roccoli, l’allora Governo Renzi non ci pensò due volte a mettere una pietra tombale su queste attività. Oggi invece ci sono associazioni ambientaliste che da un lato all’altro dell’Italia propongono di adottare una nutria! E se si parla di eradicare gli scoiattoli d’oltreoceano o quello siberiano, sono pronte a qualsiasi tipo di azione legale. E raggiungono evidentemente il loro obbiettivo perchè è dal 22 ottobre 2014 che è stato pubblicato il REGOLAMENTO (UE) 1143/14 che introduce misure di prevenzione e lotta alle specie invasive di rilevanza unionale. Si tratta di 37 specie, di cui 22 presenti in Italia. Tutte le risorse spese per i controlli ai cacciatori bresciani e lombardi potrebbero essere in parte utilizzate anche per queste attività che sono altamente impattanti sull’economia e sulla tenuta della biodiversità. Pensiamo al problema dell’ibridazione: Il cervo sika, presente sugli appennini, è una minaccia grave per l’integrità genetica del Cervo europeo con il quale si ibrida. Il gobbo della Giamaica si ibrida con il gobbo rugginoso, una piccola anatra mediterranea, molto simile, minacciandola di estinzione. Vogliamo poi parlare dei danni alle infrastrutture provocati dalla nutria che scavando le tane negli argini di fossi e canali, provoca smottamenti e allagamenti? Un simpatico ed innocuo scoiattolo, quello grigio americano, causa anche danni ai boschi e alle
piantagioni arboree e arbustive, scortecciando gli alberi per accedere alla linfa e mettendone così a rischio la sopravvivenza. Tutti si dichiarano amici degli animali, gli animalisti, a parole, trionfano ma i danni che stiamo portando all’ambiente sono enormi e quel poco che si potrebbe fare non viene fatto sempre e solo per demagogia. Perchè per eradicare le specie invasive esiste un solo modo: sopprimerle e dai più non è ritenuto politicamente corretto! La Natura, non l’Ambiente, si salva e si conserva adottando le leggi, dure quanto si vuole ma efficaci, della Natura e non i sofismi di presunti amici della biodiversità, chiacchieroni che discettano di di temi ambientali ma il massimo della loro azione è portare il cane nell’aiuola sottocasa o peggio lo lasciano scorazzare nei boschi e nei parchi liberamente. I cacciatori avranno tutti i loro difetti ma certi abbagli non li prendono.
L’ATS di Brescia ha comunicato che è consentito il rilascio di della selvaggina per l’allenamento e l’addestramento dei cani solo ed esclusivamente nelle zone a ciò deputate, cioè le Zone C con sparo di cui art.21 l.r. 26/93 a condizione che nell’allevamento di provenienza nelle 48 ore precedenti allo spostamento siano state effettuate le visite cliniche e un controllo favorevole per l’individuazione del virus dell’influenza aviaria. Quindi tutti i selvati immessi dovranno essere tassativamente provvisti dei certificati sanitari che attestino gli avvenuti controlli.