Nell’ambito del progetto LIFE PERDIX (http://www.lifeperdix.eu/) il prossimo Giovedì 2 Dicembre 2021, alle ore 16.30, si svolgerà un evento on-line dal titolo “La reintroduzione della Starna italica nella Valle del Mezzano: i primi risultati”. La Valle del Mezzano, nel Delta del Po emiliano-romagnolo, è un’area oggi quasi esclusivamente a vocazione agricola, priva di abitati in quanto oggetto di una delle più recenti bonifiche. Anche per questo è l’areale scelto per la reintroduzione in natura della Starna italica (Perdix perdix italica) – obiettivo principale del progetto LIFE Perdix – specie che sino a poco tempo fa era stata considerata estinta in natura. Con l’appuntamento del 2 dicembre si intende fare il punto sullo stato di avanzamento delle attività del progetto LIFE Perdix e sulle prossime azioni di salvaguardia. L’incontro sarà anche occasione per analizzare i primi positivi risultati dopo l’installazione dei recinti e l’immissione di 750 esemplari effettuate nell’estate del 2021 nella Valle del Mezzano. Moderati da Nino Morabito di Legambiente, tutti i partner di progetto illustreranno le attività da loro realizzate. Daniel Tramontana di Federcaccia presenterà le caratteristiche delle voliere e dei recinti che ospitano e facilitano la reintroduzione dei primi esemplari in natura; Francesco Riga di ISPRA dettaglierà i primi risultati riguardo agli esiti della reintroduzione dei primi esemplari monitorati dalla scorsa estate ad oggi; Giancarlo Papitto dei Carabinieri Forestali illustrerà le azioni di affinamento e selezione delle coppie in vista della prossima stagione riproduttiva a cui seguirà la seconda reintroduzione nell’estate del 2022; Anna Gavioli del Parco Delta del Po esporrà le attività di educazione ambientale ed eco-turismo sinora effettuate e quelle in previsione futura per diffondere la conoscenza della Starna italica e dell’importanza di questa specie per il territorio del Delta del Po. Partecipare è semplice! Basta iscriversi all’evento on-line a questo link: https://attendee.gotowebinar.com/register/1572956255783558160. All’atto dell’iscrizione, tutti potranno porre domande e proporre stimoli di discussione inerenti al tema dell’incontro o al progetto LIFE Perdix. Le domande più ricorrenti e pertinenti sanno poste ai relatori durante l’incontro on-line del 2 dicembre, a tutte sarà garantita una risposta via e-mail.
Abbattimenti di cinghiali in selezione in ATC Unico, i risultati sono incoraggianti. Il presidente dell’ATC Unico Alessandro Sala ha comunicato i dati al 22 novembre, quindi recentissimi, relativi agli abbattimenti di cinghiali nel territorio dell’Ambito. I selecontrollori hanno abbattuto 67 cinghiali, di cui 29 in zona vocata e 38 in zona non vocata. Un primo risultato quindi incoraggiante perché ricordiamo realizzato soprattutto in zone dove è vietata o impossibile la caccia in braccata, cioè con le mute di cani, e perché realizzata su animali che si erano abituati a stare in zone dove, indisturbati, potevano arrecare parecchi danni alle colture agricole, soprattutto quelle specializzate, come i vigneti. Molto interessanti anche i carnieri effettuati dalle 11 squadre di cinghialai che sempre nel territorio dell’ATC Unico hanno abbattuto ad oggi 280 animali sui 450 previsti dai piani di prelievo. I piani ogni anno vengono raggiunti e spesso si chiede alla Regione un ampliamento che di norma viene concesso a seguito di calcoli specifici. Mancano ancora 170 cinghiali ma la stagione è lunga; inoltre devono ancora cadere interamente le foglie dalle piante, situazione questa che agevolerà in parte il lavoro sia dei canettieri che di coloro che sono alle poste. La caccia al cinghiale in braccata è un’attività particolarmente articolata che prevede una grande organizzazione da parte del caposquadra che spesso porta ad una forte coesione del gruppo, anche fuori dalla battuta di caccia. Le moderne tecnologie hanno anche facilitato alcuni aspetti di questa caccia: oggi quasi tutti i cani sono dotati di satellitare in modo da poterli recuperare con molta facilità e minor dispendio di tempo. Sempre i cani sono quasi tutti dotati di corpetti di protezione, potremmo paragonarli ai giubbotti antiproiettile, per proteggerli dagli attacchi dei cinghiali che come noto sono molto aggressivi quando si trovano in difficoltà. Insomma la caccia in braccata al cinghiale in forma collettiva ha ormai preso piede nella nostra provincia e le squadre rispondono sempre più responsabilmente al compito di gestione del territorio loro affidato.
Lo scorso 18 Novembre 2021, il Consiglio di Stato ha pronunciato una importante sentenza sulle modalità di rinnovo del porto d’armi per uso caccia. La questione nello specifico, riguarda quei cacciatori che per patologie o per anzianità si vedevano rilasciare al momento della visita medica per il rinnovo del porto d’armi, un certificato di idoneità psico-fisica di durata inferiore ai 5 anni previsti. A seguito di ciò, molte Questure avevano iniziato a non rilasciare i porto d’armi poiché il certificato sanitario risultava essere limitato nei tempi, rispetto a quelli previsti per l’intera validità del titolo di polizia (5 anni). Con questa sentenza si riapre in termini positivi la possibilità di poter ottenere da parte degli interessati, un rinnovo anche parziale del poro d’armi ad uso di caccia (es. anche per 2 o 3 anni) limitando il rinnovo stesso alla durata della certificazione medica rilasciata dalle competenti autorità.