Approvati alcuni emendamenti alla legge regionale sulla Caccia, la 26/93 in Commissione VIII lo scorso giovedì. Come scritto nell’ultimo Cacciapensieri cerchiamo oggi di analizzare i più significativi ricordando che comunque dovranno passare il vaglio del Consiglio Regionale a Palazzo Lombardia il prossimo martedì 11 maggio. “Stiamo semplificando l’attività dei cacciatori, dopo un dialogo con le associazioni di categoria. La commissione consiliare ha votato emendamenti importanti, alcuni attesi da anni dal mondo venatorio. Ora attendiamo l’approvazione definitiva da parte del Consiglio”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Fabio Rolfi al termine della commissione consiliare. “Stiamo cercando di dare ai cacciatori lombardi norme chiare, comprensibili e che non lascino spazio a interpretazioni, anche per prevenire eventuali contravvenzioni” ha concluso l’assessore. Va dato merito oltre a Fabio Rolfi anche al consigliere Floriano Massardi e alla consigliera Barbara Mazzali, due rappresentanti istituzionali sempre molto attenti alle problematiche del mondo venatorio che hanno condiviso al tavolo Caccia di maggioranza gli emendamenti approvati in Commissione. Un iter forse più tortuoso ma sicuramente più concreto. Di seguito il riassunto dei principali emendamenti approvati:
- proroga annuale di validità dell’autorizzazione appostamenti fissi in scadenza nel 2021 e 2022 causa Covid e necessità di georeferenziazione
- chiarimento vigilanza venatoria su richiami vivi, che deve avvenire unicamente previa verifica presenza anelli inamovibili senza manipolazioni in grado di compromettere il benessere animale
- rinnovo autorizzazione decennale appostamenti fissi previa autocertificazione
- possibilità di svolgere prelievo di selezione agli ungulati su terreni coperti di neve anche fuori dalla zona Alpi
- semplificazioni in materia di certificato medico, non più obbligatorio in fase di domanda, e di prove di abilitazione che potranno essere sostenute di fronte a qualsiasi commissione regionale
- semplificazioni in materia di giubbino ad alta visibilità, obbligatorio solo per caccia collettiva al cinghiale.
Per quel che riguarda la proroga della validità degli appostamenti fissi si sta anche valutando che per ottenere il rinnovo decennale dell’autorizzazione si possa anche pensare ad un’ autocertificazione del cacciatore che dichiari, sotto propria responsabilità, che nulla è cambiato nelle caratteristiche del proprio appostamento, cioè che nulla è variato sulle distanze da vie di comunicazione ed edifici ad uso abitativo e tutto quello che prevede la legge. Ovviamente a fronte di false dichiarazioni scatterebbero tutte le sanzioni del caso ma si tratterebbe, se passasse questa modifica, di una vera semplificazione burocratica. Oggi infatti viene fatto un atto amministrativo per ogni rinnovo.
La questione anellini invece va risolta in qualche modo. Come ha dimostrato uno studio realizzato da Federcaccia Brescia su un campione di 1505 anellini, il 74% degli stessi non rispetta le tolleranze dimensionali indicate dal produttore stesso e dalla FOI, ente rilasciante su incarico di Regione Lombardia. Quindi se fosse sufficiente per gli organi di vigilanza verificare unicamente la presenza dell’anellino inamovibile ed evitare misurazioni in loco con il calibro o altri strumenti, sarebbe per Federcaccia, la soluzione ottimale.
Il prelievo di ungulati con la presenza di neve fuori dai territori dei Comprensori Alpini si riferisce soprattutto al cinghiale. Fino a qualche anno fa era consentito sui territori delle Comunità Montane ricadenti dell’ATC, era apprezzato dai cacciatori in braccata, siamo certi che sarebbe una modifica gradita.
La questione del certificato medico da presentare all’atto dell’esame per il rilasci dell’abilitazione venatoria, cioè per la prima licenza , è una conseguenza del Covid. Avendo il certificato una validità di 6 mesi ed essendo le sessioni di esame programmate non sempre facilmente, si corre il rischio di far scadere il certificato che va poi presentato in Questura per il rilascio del porto d’armi. Se venisse accolto l’emendamento il problema sarebbe risolto.
Infine la questione alta visibilità distingue in modo corretto le categorie di coloro che praticano il prelievo di ungulati. Da un lato una braccata a cinghiale, con cani e conduttori in movimento in luoghi non sempre agevoli, giustifica la norma che prevede giubbino e copricapo ad alta visibilità. Al contrario la stessa prescrizione per chi pratica la caccia di selezione è esagerata e quindi anche questo caso la norma correggerebbe una sbavatura della norma odierna.
Lasciano perplesse le dichiarazioni dell’europarlamentare Pietro Fiocchi di Fratelli d’ Italia che in alcune interviste sui social addebiterebbe presunte responsabilità nella scelta del voto segreto in aula, vero pericolo per ogni emendamento sulla caccia, all’assessore Fabio Rolfi. Ci teniamo ad informare l’on. Fiocchi che il voto segreto può essere richiesto solo in aula e firmato da 5 consiglieri regionali e non da un assessore. Diffondere notizie ed informazioni non corrette non fa bene ne all’informazione ne alla coesione del mondo venatorio.