REPORT FACE – “Gli uccelli cacciabili in Europa: una revisione dello status e delle priorità di conservazione”.
Lo scorso 11 dicembre FACE ha pubblicato il suo report su “Gli uccelli cacciabili in Europa: una revisione dello status e delle priorità di conservazione”. Il rapporto si concentra sulle ultime valutazioni dello stato di conservazione degli uccelli cacciabili elencati nell’Allegato II della Direttiva Uccelli e discute le principali priorità per la loro conservazione e gestione.
Il rapporto State of Nature (2020) serve anche per la valutazione finale della EU Biodiversity Strategy 2020, in particolare per definire l’Obiettivo1, che riguarda il miglioramento dello stato di conservazione delle specie e degli habitat, e l’Obiettivo 3 che si concentra sulle pressioni prodotte dall’agricoltura e dalla silvicoltura.
Ai sensi della Direttiva Uccelli, gli Stati membri sono tenuti per legge a riferire alla Commissione europea (CE) ogni sei anni. Nel primo report, relativo al periodo che va dal 2008 al 2012 è stato valutato lo stato di circa 450 specie di uccelli. Per la prima volta gli Stati membri dell’UE hanno incluso nelle loro valutazioni, le informazioni relative alle dimensioni e alle tendenze delle popolazioni di uccelli, in ogni Paese. Nella seconda valutazione, riferita al periodo che va dal 2013 al 2018, sono stati inseriti nuovi requisiti di rendicontazione, tra cui i dati sui prelievi, valutando lo stato di circa 500 specie. Un’altra novità per le relazioni 2013 – 2018 è stata rappresentata dalla separazione tra la valutazione dello stato delle popolazioni nidificanti e quelle svernanti per gli uccelli dell’UE, in quanto per avere una buona conoscenza della situazione delle specie dell’Allegato II, è importante rendersi conto di quali vengono effettivamente cacciate e su quale scala. Questa divisione si rivela di primaria importanza per definire lo stato delle specie dell’Allegato II, poiché la caccia si svolge al di fuori del periodo riproduttivo, quando le popolazioni possono essere integrate anche da uccelli che nidificano fuori dall’Europa dei 28 stati.
Nel documento attuale, realizzato unendo i risultati di tutti i dataset nazionali ai sensi della Direttiva Uccelli (2013-2018), analizzando lo stato, le tendenze di riproduzione e svernamento e il numero delle popolazioni delle 82 specie cacciabili (specie elencate nell’Allegato II) risultanti dall’ultima valutazione (2013-2018) e confrontati con la valutazione precedente (2008-2012), è riassunto lo stato della popolazione di ciascuna specie di uccelli cacciabili a livello dell’UE28.
Nella valutazione vengono presentati gli sforzi di collaborazione di molte migliaia di persone in tutta l’UE, e viene sottolineato l’impegno profuso dai cacciatori. A fronte di una situazione generale di declino della biodiversità riscontrata nel confronto tra le due valutazioni, i risultati illustrano che la situazione degli uccelli cacciabili è simile a quella degli uccelli non cacciabili (cioè gli uccelli presenti nell’Allegato I e quelli non presenti negli Allegati), ma soprattutto che lo stato di conservazione classificato come “sconosciuto” delle specie di uccelli cacciabili (elencate nell’Allegato II) è inferiore rispetto agli uccelli non cacciabili; nello specifico il 6%, rispetto al 16% dell’Allegato I e il 14% per la valutazione in generale.
Gli uccelli sono un eccellente indicatore di biodiversità, dunque è fondamentale considerare il monitoraggio sistematico e la valutazione parte integrante delle politiche di gestione e conservazione della biodiversità.
“La Direttiva Uccelli riconosce pienamente la legittimità della caccia agli uccelli selvatici come forma di uso sostenibile…” essendo limitata ad alcune specie di uccelli specificate nella Direttiva (Allegato II), che fornisce una vasta gamma di principi ecologici e requisiti legali relativi alla caccia, che devono essere attuati attraverso la legislazione, negli Stati membri. Inoltre la caccia “rappresenta anche un forte incentivo al sostegno del mantenimento di habitat e specie” . In riguardo all’articolo 9 della Direttiva Uccelli, inerente alla gestione e al controllo degli uccelli, va notato che molte specie non elencate nell’Allegato II sono pericolose o dannose per la sicurezza umana. Un esempio è il cormorano che è oggetto di misure di controllo su vasta scala. Il rapporto evidenzia a più riprese che i cacciatori contribuiscono frequentemente alla conservazione della selvaggina e di altre specie attraverso il mantenimento di habitat, il monitoraggio e il controllo di mammiferi e predatori. Alcuni dei siti faunistici più importanti d’Europa, infatti, sono sopravvissuti alle pressioni del progresso e della distruzione, grazie agli interessi legati alla gestione della caccia. In Europa, sono documentati 430 progetti di conservazione intrapresi dai cacciatori, che dimostrano il collegamento tra le azioni di conservazione condotte dai cacciatori e il raggiungimento di 4 dei 6 obiettivi della UE Biodiversity Strategy 2020.
Nelle prossime edizioni del Cacciapensieri continueremo nell’approfondimento del Rapporto Face.
La sezione provinciale di Federcaccia Brescia augura a tutti i propri associati e alle loro famiglie i migliori auguri per il Nuovo Anno