Si definisce strategia r la dinamica di popolazione basata sul potenziale riproduttivo, in grado di sfruttare situazioni favorevoli anche se di breve durata durante le quali la popolazione cresce esponenzialmente nel breve periodo. La popolazione cresce e colonizza rapidamente l’ambiente fino a raggiungere un picco che dipende, naturalmente, dalla capacità portante dell’ambiente stesso. Le specie che utilizzano questa strategia sono caratterizzate da una notevole instabilità, si riscontrano infatti: elevata prolificità, brevi cure parentali, elevata mortalità, tendenza al nomadismo. Sotto l’aspetto etologico le specie che hanno adottato questa strategia mostrano una notevole competizione intraspecifica. Gli individui si sviluppano rapidamente raggiungendo in tempi brevi l’età riproduttiva e nonostante l’elevata mortalità, che si identifica materialmente con la capacità portante dell’ambiente, l’elevata prolificità e il frequente ricambio generazionale sono in grado di garantire intensi ritmi di crescita. Tra gli ungulati la strategia r si può ritrovare nel cinghiale.
Si definisce strategia K la dinamica di popolazione basata sulla capacità di adattamento e sopravvivenza. Le popolazioni delle specie a strategia K hanno ritmi di crescita lenti e, una volta raggiunta la capacità portante dell’ambiente, si assestano su un livello di equilibrio, con oscillazioni “fisiologiche” intorno a questo valore. A differenza delle specie a strategia r, la popolazione non subisce i repentini crolli, al contrario le specie a strategia K sono caratterizzate da elementi che denotano una crescita demografica lenta e stabile allo stesso tempo. Le specie che utilizzano questa strategia hanno una fertilità moderatamente bassa, cicli di sviluppo ontogenetico (individuale) relativamente lunghi, scarso turn – over generazionale nel tempo, con sovrapposizione di più generazioni, basso tasso di mortalità. Sotto l’aspetto etologico, le specie con questa strategia manifestano comportamenti che tendono a instaurare condizioni di equilibrio, si dicono infatti “specie stabili” e hanno caratteristiche che consentono di mantenersi alla massima densità possibile K. Gli individui si sviluppano lentamente e una volta raggiunta l’età adulta sono in grado di riprodursi per tempi relativamente lunghi, presentando una certa longevità. Il basso grado di prolificità è compensato da lunghe cure parentali, comportamento che riduce notevolmente la mortalità fino all’età riproduttiva. La competizione intraspecifica è limitata – almeno fra gli animali – da comportamenti che tendono a prevenirla, come ad esempio la territorialità. I fattori di controllo naturali, rappresentati dalle malattie e dagli antagonisti naturali, hanno un basso impatto, perciò tendono a mantenere costante il tasso di mortalità senza bruschi incrementi, come avviene invece nella strategia r. La maggior parte degli ungulati ha adottato la strategia K.