Il TAR della Lombardia ha respinto in sede cautelare il ricorso LAC che chiedeva l’annullamento della delibera regionale, che disciplina il prelievo della specie allodola, in cui vi è un discostamento dal parere ISPRA. A questo proposito si sono rivelate determinanti le motivazioni e le scelte operate dalla Regione Lombardia presenti in delibera, che hanno recepito, seppure solo parzialmente, le proposte di FIDC Lombardia e Ufficio Avifauna Migratoria, presentate e discusse nel corso delle riunioni preliminari di consultazione con i portatori d’interesse. Come noto l’anno scorso il TAR annullò il decreto che stabiliva il carniere giornaliero e annuale per cacciatore rispettivamente in 20 e 80 capi, mentre ISPRA propone 10 e 50 capi per cacciatore. La motivazione del TAR fu allora che non apparivano sufficienti le motivazioni presenti in delibera per sostenere il discostamento dal parere ISPRA. Quest’anno FIDC e Ufficio Avifauna Migratoria hanno presentato osservazioni e suggerimenti su come analizzare i dati dei prelievi e come argomentare le motivazioni per sostenere un aumento del prelievo almeno a 20 – 80 sia per l’appostamento fisso che per l’appostamento temporaneo. Dall’analisi dei dati suggerita da FIDC, Regione Lombardia ha ritenuto sussistere la possibilità di consentire, almeno agli specialisti da appostamento fisso, di prelevare 80 capi annuali invece di 50, e il limite giornaliero è stato portato a 20 sia per i cacciatori vaganti che per quelli da appostamento (fisso e temporaneo). Non è proprio quanto FIDC voleva, ma è stato un passo positivo verso la condivisione, da parte della Regione Lombardia, della strategia FIDC e Ufficio Avifauna Migratoria di fondare ogni scelta su analisi di dati tecnico-scientifici, e di inserire i concetti proposti come motivazioni. FIDC Lombardia e Ufficio Avifauna Migratoria ringraziano la Regione, e auspicano per il futuro una sempre maggiore condivisione delle proposte e suggerimenti FIDC per la gestione faunistico-venatoria, rivelatisi vincenti anche nel confronto con la Giustizia Amministrativa almeno nella fase cautelare.
Rimbalzano sulle pagine dei giornali e dei social network le notizie di abbattimenti di esemplari di specie particolarmente protette quali Ibis Eremita e un aquila di Bonelli. Non vi è nessun errore dietro questi abbattimenti ma solo tanta ignoranza. L’ignoranza di chi si sente al di sopra di ogni legge e di ogni regola. L’attività venatoria se vuole continuare ad esistere deve diventare sostenibile, il cacciatore non può pensare di essere avulso dalla società che lo circondano e dalle leggi che la regolano. Rispettare le leggi, dalla più piccola delle infrazioni amministrativa a quella più macroscopica è l’unico modo per difendere la caccia. Ed i cacciatori devono, tutti, isolare i disonesti ed estrometterli dal nostro mondo. Senza se e senza ma.