Centinaia di dirigenti provenienti da tutta la regione hanno fatto da spettatori attenti e partecipi alla mattinata organizzata da FIdC Lombardia, lo scorso sabato 2 luglio. Momento di incontro e di confronto, di informazione e formazione, secondo una formula che per il presidente regionale Mauro Cavallari è ormai abituale. Più un convegno – e di buon livello – che un’assemblea come siamo abituati ad intendere, per presentare stato dell’arte, iniziative e linee guida dei prossimi anni.
“Pochi giorni fa – ha esordito Cavallari introducendo i lavori – mi sono sentito chiedere cosa fanno i cacciatori oltre a prelevare e come può vederli la società? Bene, credo di poter dare la risposta, perché con la strada che abbiamo intrapreso sarà sempre più quello che potremo dare col nostro impegno nella ricerca scientifica e con altre iniziative, alla società e alle Istituzioni. Ci presenteremo con rigore e serietà; non sarà un cammino semplice, ma lo percorreremo perché vogliamo essere protagonisti nel futuro della caccia e dell’ambiente”. Dopo aver sinteticamente fatto il punto sul processo di riorganizzazione della struttura provinciale ed evidenziata l’inversione di tendenza positiva del tesseramento, quasi 38.000 i soci lombardi, ha sottolineato come i progetti scientifici presentati sono completamente coperti dal punto di vista finanziario proprio grazie alle risorse liberate dalla maggior efficienza raggiunta e dall’ottimizzazione delle spese.
Ha poi preso la parola Eugenio Carlini, faunista estensore del PFVR in attesa di approvazione della Giunta, spiegando le linee guida ispiratrici e le diverse parti che lo compongono. Sul piano Federcaccia Lombardia, grazie al lavoro di Lorenzo Bertacchi, Enzo Bosio e Michele Sorrenti, ha prodotto un voluminoso fascicolo di osservazioni, ponendo un freno deciso a pericolose derive protezionistiche di alcuni funzionari regionali.
È stato Sorrenti a presentare il Progetto Cesena, frutto di un’intesa con l’università di Milano, coordinato dal professor Diego Rubolini del dipartimento di Bioscienze, per effettuare una ricerca sulle dinamiche di migrazione pre-nuziale di questo selvatico grazie alla telemetria satellitare. Obiettivo conoscere i dati per supportare come richiesto dalle Direttive europee l’istanza di chiusura del prelievo della cesena al 31 gennaio, un punto sul quale come ha ricordato Sorrenti la stessa Ispra si contraddice nei propri documenti scientifici.
La dottoressa Elisa Armaroli dello studio Geco, realtà con all’attivo numerosi lavori, collaborazioni e pubblicazioni scientifiche sull’argomento, ha presentato il Progetto Lepre, che riguarderà le province di Cremona, Mantova, Pavia e Lodi. Le difficoltà riscontrate dalle popolazioni di lepre in queste zone hanno spinto Federcaccia ad approfondire le conoscenze sulla situazione sanitaria analizzando grazie a radiocollari i comportamenti di un centinaio di riproduttori, divisi in soggetti di cattura esteri italiani e di allevamento. Importante sarà comprendere l’impatto delle pratiche agricole e no sulla specie.
A un anno dall’insediamento a Bruxelles di una rappresentanza alla sede del Parlamento europeo, Federcaccia Lombardia ha tratto un primo bilancio positivo dell’esperienza, illustrata dalla stessa Andjela Popovic, che ricopre questo ruolo. “Grazie a lei – ha ricordato Cavallari – attraverso report periodici siamo sempre a conoscenza di quanto accade a Bruxelles in merito alla materia caccia e fauna selvatica e le nostre istanze trovano sempre più ascolto”. Come sottolineato dalla Popovic è infatti essenziale una presenza costante dei cacciatori nei luoghi dove vengono prese le decisioni a livello comunitario.
Lorenzo Bertacchi è intervenuto sulle criticità emerse dal passaggio delle competenze in campo venatorio dalle Province alla Regione, evidenziando tutta una serie di aspetti che hanno resa più complicata la vita ai cacciatori lombardi e sui quali FIdC Lombardia è intervenuta insistendo a che i tesserini venatori siano spediti a casa del cacciatore e ha precisato che se molti comuni hanno accettato di distribuire gli stessi presso i propri uffici è solo perché i presidenti di sezione comunale hanno accettato di recarsi nei comuni a presiedere alla consegna.
FIdC ha ottenuto poi che per quest’anno si possano usare ancora i bollettini postali per il pagamento delle tasse di concessione regionale. Esami di abilitazione e sanzioni sono da pagare solo ed esclusivamente a mezzo bonifico. Per l’anno prossimo FIDC insiste per l’uso del bollettino postale o, in alternativa, del MAV: l’assessore regionale pare possibilista perché si possa mantenere l’uso del bollettino postale.
Bertacchi ha anche ricordato che solo FIdC ha inoltrato, meno di 24 ore dopo la sua presentazione, una relazione tecnica sul calendario integrativo chiedendo di rivedere i punti inutilmente restrittivi per l’attività venatoria.
Enzo Bosio ha invece sottolineato i rischi per i membri dei comitati di gestione di Atc e Ca derivanti da una nuova interpretazione della natura giuridica di questi enti. L’ufficio legale di Fidc Lombardia, che già più volte è intervenuto a sostegno dei propri rappresentanti in seno ai comitati, si è già attivato per organizzare corsi di aggiornamento dedicati, garantendo sempre la propria presenza e consulenza qualificata.
Silvia Luscia ha rapidamente presentato i Progetti scuola messi in campo dal provinciale di Brescia che hanno interessato le scuole primarie e secondarie del bresciano, articolati a seconda delle età degli alunni interessati in diversi temi, dal cacciatore nelle favole per i più piccoli alla valorizzazione delle ricette di selvaggina per gli allievi dell’alberghiero, ma tutte volte a ristabilire una corretta percezione della figura del cacciatore e della caccia all’interno della società.
Luca Agnelli, portavoce e rappresentante dell’assessore regionale Fava è intervenuto rispondendo alle osservazioni sollevate, assicurando che in una situazione obiettivamente difficile e complicata la Regione sta facendo il possibile per risolvere i problemi. Infine ha ringraziato Federcaccia che “non è l’interlocutore privilegiato della Regione, perché questa non può avere rapporti privilegiati con nessuno, ma certamente è un interlocutore ritenuto serio e affidabile perché l’unica a essersi sempre presentata ai tavoli istituzionali con proposte, idee e dati a sostegno delle proprie richieste e osservazioni, confrontandosi con la Regione in modo costruttivo, duro se necessario, ma sempre corretto e rispettoso dei ruoli”.
Tutto questo, è bene sottolinearlo, è stato reso possibile grazie alla scelta di aumentare di pochi euro la tessera associativa. “Un investimento di 350mila euro in conoscenza e competenza è solo il primo passo per riconquistare la credibilità che meritano i cacciatori” ha concluso Mauro Cavallari.
Presente anche il presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio, che ha avuto sincere parole di apprezzamento: “Non posso che fare un encomio di cuore e di ragione alla Lombardia per queste iniziative che sono sempre più prassi e non episodi occasionali. Ha intrapreso un cammino di cambiamento e di crescita, investendo su competenze e professionalità, raccogliendo con intelligenza l’invito che il nazionale da tempo fa in questo senso. Quello presentato oggi fa onore a Federcaccia, alla caccia e a ogni cacciatore”.