Siamo naturalmente stati a EOS e, come tutti, abbiamo visto e apprezzato tantissime novità tecniche e moltissime attrezzature volte ad ottimizzare le nostre possibili azioni di caccia.
E molto di questo si è reso necessario dall’esplosione in termini numerici degli appassionati della caccia agli ungulati, pur in un andazzo di decrescita complessiva del numero dei cacciatori.
Quindi tutta la questione dei sempre più sofisticati sistemi di puntamento, dei cannocchiali con tutte le facilitazioni rispetto agli alzi e le distanze, fucili sempre più performanti e dalle apparenze come più da poligono che da caccia.
E i sistemi di visione notturna, di rilevazione di calore, sdoganati dalle ordinanze relative alla PSA per il prelievo dei cinghiali anche di notte.
Poi nel campo dell’abbigliamento la completa sostituzione del vestiario tradizionale a favore di tessuti tecnici termoregolanti, piuttosto che resistenti ad ogni condizione atmosferica proibitiva, colorati poi per esigenze di visibilità imposte dalle norme come in un pur autunnale carnevale.
Intendiamoci, siamo convinti che il futuro, il cosiddetto progresso non si possano e non si debbano fermare; ci rimane, forse a causa della età e del passato venatorio svolto in determinati modi, una qualche forma di nostalgia dei modi passati.
Perché è certamente giusto che le ottiche da puntamento siano sempre più precise anche per meglio colpire l’animale per un abbattimento pulito e senza sofferenze; se però si spara comunque in un range di distanza corretto.
L’azzardare tiri da una valle all’altra, senza magari porsi il problema del controllo del luogo in cui l’animale si trovava al momento dello sparo, se non chiaramente visibilmente colpito, può essere deleterio in caso di ferimento non immediatamente mortale.
Certo rimangono ormai in pochi nostalgici a cacciare la beccaccia con il cane con il campanellino, che non sapevi più dove era in ferma se si allontanava di una cinquantina di metri; oggi ci sono i satellitari di ultima generazione per cui una volta che il cane trova, a qualsiasi distanza si trovi purché il selvatico regga la ferma, sarà facilmente avvicinato e l’occasione potrà essere sfruttata.
Negli articoli che si leggono sulle riviste di settore si descrivono più vestiari e tecnologie sempre più moderne e tecniche di prelievo adottate, purtroppo sempre più lontane dal mondo e dal contesto in cui avvengono le azioni di caccia.
Con poco spazio alle narrazioni di momenti umani, quei momenti che magari hanno a che fare con la caccia solo per la condivisone tra persone che sentono di amare le stesse cose; vi è poi poca o nulla poesia e sentimento.
Allora forse dovremmo chiederci se questo nostro apparire si come evoluzione del mondo della caccia di oggi, dalle armi alle tecnologie al vestiario, sia utile alla comprensione complessiva del nostro mondo; quasi che si non si rischi di apparire come un corpo militare piuttosto che, come siamo, fruitori e frequentatori rispettosi della natura; o se invece si dovesse tralasciare un po’ la fredda descrizione dell’evoluzione e si provasse a trasmetter la vera figura di noi amanti della caccia, della fauna selvatica, ma anche della natura, della montagna, delle paludi.
Di far vedere che siamo gente magari non all’ultima moda nel vestiario ma capaci di empatie ambientali emotive, di apprezzamento per la bellezza della natura, di gente che si dà da fare dove occorre per le emergenze ambientali o per l’aiuto alle realtà dei nostri territori; forse potremmo suscitare qualche simpatia in più, che di questi tempi non guasterebbe.
Perché è la percezione del nostro apparire, piuttosto che la realtà del nostro essere, che può essere estremamente dannosa alla nostra attività; la contestazione della caccia, ben indottrinata e guidata da chi odia la caccia e i cacciatori, rischia di divenire un tarlo inserito in quasi tutte le forze politiche e di divenire una forza elettorale che potrebbe mettere a rischio il nostro futuro.
Cosa fare? Non abbiamo ricette certe se non che ci pare necessario che ad EOS 2026 possa esserci qualcosa che aiuti tutti a far riscoprire la poesia delle nostre albe piuttosto che come far grandi i nostri carnieri, comunque tecnicamente conseguiti.
* Nuovo Iban per il pagamento di €.1,27 del costo del libretto per il rilascio e rinnovo delle licenze di caccia e tiro a volo che dovrà essere effettuato esclusivamente a mezzo bonifico bancario: IT64F0100003245BE00000000VM a favore di: Capo X – capitolo 2383 – articolo 00; causale: costo libretto porto d’arma lunga uso caccia o tiro a volo;
* Fidc Borgosatollo organizza gara su quaglie senza sparo domenica 2 marzo dalle ore 8.00 nella Zac via Roma loc.Motella;
* La Fidc di Gussago organizza gara su quaglie senza sparo sabato 22 febbraio dalle ore 13.00 e domenica 23 febbraio dalle ore 7.30 presso quagliodromo in località. Barco in via Volta a Gussago;
* 17^ Trofeo La Regina del Bosco domenica 2 e domenica 9 marzo raduni dalle ore 7.00 nelle località Bione, Capriolo, Cologne/Erbusco, Lumezzane, Serle, Treviso Bresciano e Zone le iscrizioni possono essere effettuate dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 19 telefonando al n.3397213598, chiusura iscrizioni 27 febbraio e/o fino al raggiungimento massimo di iscritti.