Si è svolto a Montichiari, nell’ambito della fiera dell’agricoltura, un convegno di Coldiretti con importanti presenze, dal Presidente di Regione Lombardia Fontana, all’assessore alla agricoltura regionale Beduschi, al commissario per la PSA Filippini, al Vicepresidente del Consiglio Tajani (in collegamento).
Il Presidente nazionale Coldiretti Prandini ha evidenziato le gravi emergenze del comparto agricolo, dalla Peste Suina Africana alla Lingua Blu e alla Aviaria, denunciando quindi una zootecnia di fatto sotto attacco.
Con effetti ovviamente disastrosi: già 100 mila maiali, 40 mila pecore e 180 mila tacchini abbattuti in questi mesi.
E per questi abbattimenti e per questa emergenza, che ha portato anche ad un abbassamento delle quotazioni complessive degli animali, il Presidente Prandini ha chiesto un primo indennizzo di 50 milioni di euro per la sola fase di emergenza.
Il Commissario Filippini ha illustrato alcuni provvedimenti per arginare e contenere la PSA con delle barriere autostradali e con un massiccio depopolamento della popolazione di cinghiali tramite abbattimento.
Nel mentre ribadiamo la totale condivisione delle preoccupazioni del comparto agricolo tutto ci poniamo delle domande ed esprimiamo delle considerazioni.
Se è vero che il principale vettore della PSA è il cinghiale perché fino a poco tempo fa i piani di abbattimento di questa specie proposti dagli enti gestori venivano approvati sempre al ribasso nei numeri possibili?
Se è vero che il principale vettore della Lingua Blu sono gli ungulati selvatici, cervo in testa, non si spiegano i salti di gioia perché si è riusciti a bloccare l’abbattimento di 600 cervi nell’Abruzzo, un piano proposto dall’Ente Parco e non dai cacciatori?
Non è con l’ideologia e richiami disneyani a “Bambi” che si può pensare di tutelare e gestire l’ambiente, un compito cui i cacciatori sono chiamati da Enti e Pubblica Amministrazione, impegnandosi in compiti e ruoli che rispondono a un interesse comune di tutti i cittadini.
Se è vero che i principali vettori della Aviaria sono gli uccelli come si farebbe a sapere della presenza della stessa senza la sorveglianza attiva dei cacciatori ed il monitoraggio degli acquatici abbattuti?
Si dovrebbe far capire alla opinione pubblica che proprio il cacciatore, che in queste fasi è chiamato a fare più da guardiano della natura e da operatore di attività di controllo tramite prelievo di selvaggina, è sempre più indispensabile alla società per ottenere parte di una risposta sanitaria a questi temi.
Dall’ATC unico di Brescia due notizie, una positiva ed una purtroppo meno.
Nell’ultimo consiglio direttivo è stato dato l’incarico al dottor Ragusa come tecnico faunistico per tutto ciò che concerne la programmazione territoriale e la predisposizione degli atti necessari alla gestione faunistica dell’Ambito.
Non entriamo naturalmente nelle valutazioni rispetto alla scelta del tecnico al quale auguriamo un proficuo lavoro, anche nell’interesse complessivo del territorio e dei cacciatori.
Ci aspettiamo però da parte del Tecnico, come interessati particolari alla partita, un grande sforzo iniziale per sopperire alla lunga mancanza di questa figura operativa indispensabile per programmare e gestire.
È ora che la scelta della selvaggina da ripopolare, piuttosto che la permanenza o la nuova formazione di ZRC, derivino da studi e da valutazioni dei territori, piuttosto che da pur legittime richieste provenienti dalle varie sigle associative.
Siamo a disposizione, con i nostri responsabili, per confronti seri e per fare memoria di interventi passati, anche per non ripercorrere strade già sperimentate se dimostratesi fallimentari.
Invece, come ormai da qualche anno avviene, la presenza dell’aviaria ha portato al blocco delle ultime immissioni di selvaggina a sud della autostrada; come già accaduto nel passato; comunque, l’ambito troverà il modo di compensare le mancate immissioni in futuro.
Si ricorda ai cacciatori di acquatici che la presenza di aviaria pone il divieto di movimentazione dei richiami vivi dai loro appostamenti.
Venendo al passo dei migratori, che ha subito una flessione nei giorni di pioggia della scorsa settimana, si sta assistendo alla chiusura di quello dei tordi bottacci e dei merli, ed il clima caldo di questi giorni non ha ancora registrato presenza di sasselli e cesene in numero degno di nota.
Discreta la presenza di beccacce, anche se non eccezionale per ora.
Al contrario dei fringuelli che hanno interessato in modo estremamente massiccio tutto il nostro territorio, a dire di una consistenza della specie che non giustifica la impossibilità del prelievo.
* Si avvisa che domani 1^ novembre l’ufficio Federcaccia resterà chiuso per festività