Nella tre giorni di Caprino Veronese di questo fine settimana, ai piedi del Monte Baldo, si è tenuta la 58° Assemblea dei Cacciatori Alpini, riuniti nella Associazione Nazionale Cacciatori Zona Alpi. Ma questa 58° edizione di fatto coincide anche con il 60° di fondazione, nel lontano 1964 con partenza della stesura delle regole nella sede Federcaccia di Brescia nel fine ’63 e poi nella costituzione vera e propria a Trento nel 1964. Da una intuizione di alcuni illuminati dirigenti Federcaccia dell’epoca. Che avevano capito che il comparto alpino, ricco di storia e di tradizioni, andava tutelato dal nuovo che avanzava, che in nome di una caccia consumistica non sempre era migliore del passato. Una intuizione di cui certamente non pensavano alla portata e alla diffusione che poi si è avuta degli obiettivi proposti. Parlare allora di censimenti della fauna selvatica, di prelievo sostenibile, di parità di genere e di classi d’età nel prelievo degli ungulati, era sicuramente difficile e di limitata volontà di comprensione. Cosi come dei piani di prelievo della tipica avifauna alpina e della lepre bianca. Nella legge nazionale 157/92, tanto messa in discussione a seconda di come la si vuole piegare alle proprie convenienze, appare per la prima volta la distinzione tra zona di pianura e zona alpi, proprio perché si era fatta capire al legislatore la peculiarità dei territori e la necessità di una diversa valutazione e gestione e di una diversa normativa. Sono poi seguite le leggi regionali di recepimento e gli specifici regolamenti di Zona Alpi che hanno scritto quasi integralmente le ragioni della gestione del territorio anche ai fini faunistici; ed è proprio per questo che, in virtù di un diverso approccio anche di sacrificio e di impegno, abbiamo contribuito all’aumento della selvaggina, specie degli ungulati, su tutto l’arco alpino. E con le stesse modalità copiate da URCA anche nell’Appenino. A Caprino Veronese, come nelle altre località toccate negli anni scorsi, vi è stato un Convegno, che quest’anno verteva sul Capriolo e sulle sue prospettive, e l’Assemblea annuale, che era anche di carattere elettivo del Consiglio Nazionale Uncza, formato da un rappresentante per ogni Regione o Provincia Autonoma. Ai lavori ha portato il saluto il Presidente Nazionale Federcaccia Massimo Buconi, che ha ringraziato l’opera di UNCZA in tutti questi anni, specialmente la parte relativa agli stuti scientifici e alla divulgazione degli stessi anche attraverso la bellissima rivista “Caccia Alpina”. Dopo l’approvazione dei bilanci vi è stata l’acclamazione per il Consiglio Nazionale proposto, che vede confermato con grande merito alla Presidenza Sandro Flaim, Presidente Nazionale dal 2005. A rappresentare la Lombardia la conferma del nostro Presidente Provinciale Giacomo Lanzini, al secondo mandato in UNCZA. Nota speciale la partecipazione delle Amministrazioni con il Sindaco di Caprino Veronese e di Rivoli, la banda cittadina in parata, i cori della sera del sabato, la santa messa della domenica mattina celebrata dal Cardinale Marchetto. Nota stonata un gruppetto di animalisti fuori dalla chiesa che hanno cercato di impedire la funzione con megafoni e invettive, tenuti facilmente a bada dagli allertati Carabinieri locali.
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Siamo in attesa degli sviluppi della conversione in legge del definito “Decreto Agricoltura”, che dovrebbe andare in Aula per l’approvazione entro la prima decade di luglio. In attesa perché legata a questa conversione vi sono alcune delle promesse a noi fatte in campagna elettorale per degli emendamenti alla legge 157/92 che dovrebbero rendere più semplici alcuni passaggi e ridare alcune risposte al mondo venatorio. La principale di queste riguarda la certezza dei calendari venatori perché non si può sempre essere ostaggi dei ricorsi ai Tribunali, per gli scostamenti ai pareri annuali di Ispra, diversi dai contenuti delle leggi vigenti quantomeno rispetto ai tempi di caccia, e alle decisioni degli stessi, sempre e solo limitanti alla nostra attività. Poi una grande importanza, seppure limitata a delle porzioni del territorio delle Province Lombarde, la riveste la questione dei valichi e della loro chiusura alla caccia, oggi vigente su tutti in attesa della definizione del Commissario ad acta nominato dal Tribunale, uomo di ISPRA. Assume una importanza anche la questione della eliminazione della opzione della forma di caccia, ché se aveva un senso quando eravamo un milione e mezzo in Italia, ne ha molto meno ora che siamo pochi più di cinquecentomila. Così come la questione della classificazione degli uccelli allevati ai fini di richiamo, che proprio perché allevato dovrebbero non essere soggetti alla definizione di fauna selvatica e quindi trattati in modo diverso, pur nella garanzia di legittimità del loro possesso. Vedremo se, come ci auguriamo tutti, porteremo a casa alcune di queste modifiche che non sono certo dirompenti rispetto all’assetto legislativo attuale, ma che possono essere migliorative per la corretta gestione e attuazione dell’esercizio venatorio.
* Si avvisa che l’ufficio Federcaccia provinciale dal 24 al 29 giugno sarà aperto il martedì, giovedì e venerdì dalle 9.15 alle 12.30