SULLA MODIFICA DELLA 157/92
Tra gli atti del Governo Meloni come tutti abbiamo letto sui maggiori quotidiani nazionali c’è la modifica dell’articolo 19 della legge nazionale che regolamenta l’attività venatoria, la 157 del 1992.
“La nuova modifica normativa consentirà alla Polizia Provinciale di utilizzare i cacciatori quale personale di supporto negli interventi di controllo della fauna selvatica. Come già previsto da 30 anni, questi interventi possono essere effettuati anche in zone vietate alla caccia (perchè vicine ai centri abitati o perché destinate a divieto di caccia).
La norma non riguarda la caccia, ma la gestione della fauna. E peraltro la modifica non fa altro che prevedere per legge quanto la Corte Costituzionale ha stabilito lo scorso anno in merito alle leggi regionali.
La quasi totalità delle testate ha dato fiato alle trombe dell’animalismo nostrano, parlando di “caccia selvaggia”, di “far west”, presentando la norma come se consentisse a chiunque avvistasse un cinghiale in città di fare fuoco in mezzo alla gente.
In un paese civile la stampa avrebbe illustrato correttamente la norma ai cittadini e avrebbe deriso le varie associazioni più o meno animaliste.
Non si parli di regalo ai cacciatori: non hanno nessun interesse a sparare tra le case. Piuttosto le reazioni degli ambientalisti e di gran parte dell’informazione dimostrano che in Italia l’ambientalismo è da salotto, e ignora i problemi di equilibrio degli ecosistemi; e in generale c’è il massimo disinteresse per i problemi di sicurezza pubblica, stradale e sanitaria collegati alla fauna selvatica.” Quello che più infastidisce il mondo venatorio, per lo meno Federcaccia Brescia, è che questa modifica sia un “regalo” per la fantomatica lobby dei cacciatori italiani. I cacciatori italiani vorrebbero invece andare a caccia nei periodi previsti dalla legge nazionale, dal 1 di settembre per alcune specie fino al 31 gennaio e non nelle periferie di Roma. I cacciatori vorrebbero veder rispettato l’elenco delle specie cacciabili della già citata legge nazionale e non dover passare la notte ad aspettare i cinghiali tra gli orti dei paesi di montagna. I cacciatori vogliono esercitare l’attività venatoria nel rispetto delle leggi votate dal Parlamento Italiano non secondo quelle scritte da funzionari pubblici ideologicizzati. Se poi le istituzioni, le forze dell’ordine, gli enti parco, gli amministratori comunali chiedono al mondo venatorio di affiancarli per contenere la fauna selvatica fuori controllo sicuramente daranno la loro disponibilità, ma non è caccia, è controllo! Altrimenti per quel che ci riguarda il problema non è nostro.
SULLA SENTENZA DEL TAR
“Più che una vittoria, è una sconfitta della LAC. Ovviamente ci sono due aspetti positivi: il primo è che la caccia rimane aperta come da calendario sino al 19 (e al 31 per poche specie); il secondo è che non si può dire che la Regione abbia commesso errori nelle motivazioni (non giudicate: né bene né male) e, pertanto, può ben partire dal calendario 2022/2023 per programmare quello della prossima stagione.
In ogni caso è inaccettabile che la caccia sia stata sospesa a settembre: noi avevamo subito evidenziato l’inammissibilità del ricorso, ma il TAR comunque di fatto sospese un provvedimento che nemmeno era stato impugnato! Ci auguriamo che in futuro i Giudici prestino la massima attenzione alla materia venatoria sin dalla cautelare.
La Regione invece per parte sua dovrebbe predisporre un calendario massimamente aderente alla 157/92 e solo a seguito del parere di ISPRA valutare eventuali restrizioni: anche perché si confida che prima o poi i pareri di ISPRA possano limitarsi alle valutazioni di competenza dell’ente”. Chi ridarà i giorni di caccia persi ai capannisti bresciani? Chi risarcirà i danni? Chi chiederà scusa a coloro che amano la caccia al rientro delle anatre nelle calde serate di settembre? Risposta semplice quanto scontata: nessuno! E questo non va bene perché tra i cittadini cacciatori comincia a farsi strada l’idea che non si sia più in uno Stato di diritto ma in una Repubblica delle banane, in una società dove vince chi ha amici tra i giornalisti, tra i funzionari di Ispra. La certezza delle leggi svanisce come neve al sole quando si parla di caccia, i TAR che danno ragione alle amministrazioni regionali che impostano correttamente i calendari venatori vengono smentiti dal Consiglio di Stato in una preoccupante contrapposizione di poteri dello Stato. Serietà, rispetto dei ruoli, diritti sono concetti che vanno ristabiliti al più presto in questa povera Italia sempre più alla mercé del presunto politicamente corretto, che lo è per pochi, mentre per i più è solamente una manipolazione delle leggi.
* La Commissione Sportiva di Federcaccia Brescia organizza un corso per Giudici cani da seguita su lepre e su cinghiale. Il corso si terrà giovedì 19 e venerdì 20 gennaio 2023 Ritrovo ore 19.30 in Via Brodena 102 a Lonato del Garda
Per iscrizioni e informazioni contattare Cassini Luigino al cell.348 3222211;
* Fidc Quinzano d’Oglio organizza in collaborazione con la Prosegugio Bresciana venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 gennaio una verifica zootecnica su Lepre prova valida per la qualificazione Fidc – per iscrizioni e informazioni Mantovani 335 7233406;
* La Commissione Sportiva di Federcaccia Brescia organizza la cena per le premiazioni dei campioni Federcaccia sabato 28 gennaio ore 20.00 presso Ristorante Pio Nono a Erbusco