Ricorso al Tar su apertura al tordo dal 24 al 29 settembre: tutto rinviato al 29 novembre
Il 20 ottobre era fissata l’udienza avanti al TAR Milano per discutere della sospensione della delibera regionale che aveva autorizzato il prelievo del Tordo Bottaccio nel periodo 24-29 settembre, dopo che lo stesso TAR aveva rinviato l’apertura al 1 di ottobre. La discussione tuttavia non si è tenuta, poiché qualunque pronuncia sarebbe stata superflua dal momento che si sarebbe discusso il 20 ottobre solo della sospensione della delibera, che comunque aveva cessato ogni effetto il 30 settembre, e non già della legittimità o meno del provvedimento.
Le questioni giuridiche relative dunque saranno trattate nell’udienza del 29 novembre, insieme a quelle relative alle date di apertura e, soprattutto, alle date di chiusura della caccia a Tordo Sassello, Cesena e Beccaccia. I precedenti ci dicono che tuttavia il TAR potrebbe anche in quella sede dichiarare che, rispetto alle date di apertura, non ci sarebbe più un interesse concreto alla decisione del ricorso, essendo le date ampiamente trascorse. Tuttavia si spera che il TAR si pronunci e soprattutto che voglia considerare le motivazioni tecniche e giuridiche che la Regione aveva posto a sostegno del proprio calendario.
“Il nodo in ogni caso è il parere dell’ISPRA, ormai sempre meno tecnico e sempre più orientato in salsa animalista -osserva il presidente di FIDC Lombardia Bertacchi- :ormai le indicazioni dell’ISPRA su aperture e chiusure non si fondano sugli effettivi periodi di cova e allevamento della prole in tarda estate o sull’effettivo inizio della migrazione primaverile, bensì su valutazioni quali il possibile disturbo o la possibilità di abbattere per errore un esemplare di una specie non cacciabile, ed è chiaro che di fronte a decisioni di TAR che avallano questa china che di tecnico ha ben poco l’unica soluzione la possono trovare i Ministeri ai quali l’ISPRA deve fare riferimento”. La recente, anzi recentissima, sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto alla Regione Emilia Romagna di fare un passo indietro sul proprio calendario venatorio, diminuendo da due a una le giornate integrative da appostamento fisso e sulle date di chiusura di alcune specie a gennaio, è un pericoloso campanello d’allarme. E’ urgente riportare obbiettività e scienza a Ispra,ridare a questo ente fondamentale per il mondo venatorio autorevolezza e anche un po’ di serenità: voler pensare, ad ogni cambio di Governo e di maggioranza politica, di imporre un cambio di mentalità è un errore. La scienza non deve e non può avere colore politico, quello lo ha solo l’ideologia con le sue perverse conseguenze.
CONVEGNO A BRUXELLES SULLE NUOVE OPPORTUNITÁ DI GESTIONE DELL’AVIFAUNA EUROPEA
Nel pomeriggio di mercoledí 26 ottobre, in occasione del 45’ anniversario di FACE, si é tenuto a Bruxelles un importante convegno dell’intergruppo Biodiversity, Hunting & Country-Side sulle nuove opportunitá di gestione dell’avifauna europea. I numerosi relatori presenti all’evento e gli esponenti delle piú importanti associazioni venatorie a livello europeo, si sono susseguiti esprimendo interventi e dibattiti di livello, mediante i quali sono state sviscerate criticitá e soluzioni per migliorare lo status di conservazione di alcune specie al fine di garantirne il prelievo nel tempo. Particolarmente apprezzati dai partecipanti, gli interventi del presidente dell’intergruppo Alvaro Amaro e del Vice presidente Alex Agius Saliba, rivolti a difesa del mondo venatorio. Al pari, il Presidente della Federation Nationale des chasseurs, Nicolas Rivet, ha esposto egregiamente il lavoro e gli investimenti messi in atto dai cacciatori francesi, sia nel monitoraggio delle specie migratrici tramite GPS e censimenti notturni, sia per i miglioramenti ambientali effettuati a vantaggio di specie vulnerabili come la tortora selvatica e la starna. Più rigida la posizione dei rappresentanti di BirdLife e della Commissione europea, che hanno sostenuto la necessitá di una chiusura, anche in forma temporanea, del prelievo venatorio per alcune specie le cui popolazioni hanno subito nel tempo un sensibile calo numerico a livello europeo. Soddisfatto di quanto dibattuto nel corso dell’incontro l’europarlamentare Massimo Casanova, che nella propria nota ha dichiarato “Quanto emerso evidenzia per l’ennesima volta come sia centrale e determinate il ruolo dei cacciatori nella gestione e nella contemporanea tutela di habitat e specie; se l’Europa ci impone di seguire i piani di gestione per le specie vulnerabili é necessario che gli stati membri ne affidino la gestione alla nostra categoria, la quale non solo ne conosce le necessità in termini biologici ed ambientali, ma si é sempre spesa nelle attività di miglioramento ambientale in forma volontaria e gratuita, con conseguente beneficio di tutta la collettività”.
Italia protagonista a metà del 42° Campionato mondiale Ferma e S.Uberto tenutosi a Niš, in Serbia. Ventitré le nazioni partecipanti, ottimamente supportate dall’organizzazione della Società cinofila serba. È stato un fine settimana con temperature alte, un caldo da estate piena, con terreni aridi e assenza totale di vento che hanno condizionato il lavoro dei cani. Ci sono stati tanti incontri, anzi “scontri”, con diverse brigate di starne non valide per il punteggio, ma impattanti sui cani: anche questo ha costretto la giuria ad assegnare poche qualifiche nella Ferma. I due team azzurri, Carlo Ghinassi, Paolo Pardini, Mariliano Mazzoleni, Marco Mori per gli Inglesi e Maurizio Aldovardi, Roberto Scarpecci, Mauro Pezzulli, Gianni Calcinai per i Continentali, pur incassando qualche buon risultato, non sono riusciti a salire sul podio.
Lo scatto d’orgoglio c’è stato nel S.Uberto, nel quale in tutte e tre le categorie il tricolore ha abbellito i podi.