Le sette piaghe d’Egitto dell’Antico Testamento. E’ più o meno quello che sta subendo il mondo venatorio bresciano visto e considerato che a causa di un focolaio di influenza aviaria in un allevamento di tacchini del veronese è stato vietato l’uso dei richiami di anatre negli appostamenti e il rilascio di avifauna per il ripopolamento faunistico in gran parte della nostra provincia. Quindi negli appostamenti fissi per le anatre i richiami vanno lasciati nei gabbioni e non movimentati ed i lanci pronta caccia sono vietati, o per lo meno sono vietati nei comuni al di sotto dell’autostrada A4. Quindi dopo la chiusura della caccia a causa del ricorso al Tar di un’ associazione animalista, favorito per altro da una strategia inadeguata di Regione Lombardia nella pubblicazione delle delibere attuative, dopo la vicenda quanto meno curiosa delle Linee Guida per i Galliformi alpini , in particolare per la coturnice, dopo le manifestazioni a Milano e a Brescia con migliaia di partecipanti, dopo il ripetersi anche quest’anno di severi controlli per gli anellini degli uccelli da richiamo, sballati nelle misure come dimostrato da Federcaccia Brescia, ecco che ci mancava anche l’aviaria. Mettiamoci delle condizioni metereologiche impazzite e possiamo sostenere con una certa sicurezza che non dovrebbe mancare nulla. Anzi no, ci siamo dimenticati le farneticanti dichiarazioni di una deputata animalista, già ministro della Repubblica, che ha affermato che è inconcepibile che delle persone manifestino, facendo riferimento alla manifestazione di venerdì scorso a Brescia, perché non vogliono essere controllate dagli organi di vigilanza. E’ ovvio che si è trattato di una mistificazione della realtà, l’ennesima per altro, visto e considerato che la manifestazione è stata organizzata per far presente alle autorità competenti che i controlli stanno avvenendo con modi e mezzi sproporzionati e che in alcuni caso sono stati oggetto di esposti alla Procura. Tornando alla aviaria invitiamo comunque tutti i nostri iscritti ad osservare in modo preciso le disposizioni ministeriali e quindi a non movimentare i richiami vivi delle anatre. Per quel che riguarda i ripopolamenti invece l’ATC Unico che teoricamente avrebbe potuto fare immissioni nei comuni a nord dell’autostrada A4 ha i fornitori con allevamenti tutti in zona A e B, cioè le zone interessate dal divieto di movimentazione e quindi non può, nel breve tempo, approvvigionarsi.
INCONTRO CON IL VICE PREFETTO
Una delegazione delle associazioni venatorie bresciane ha incontrato a Palazzo Broletto sede della Prefettura della nostra città il vice Prefetto Corrado Conforto Galli. L’incontro è stato organizzato perché durante la manifestazione di venerdì scorso in città i vertici dei Carabinieri Forestali non hanno voluto incontrare i rappresentanti dei manifestanti nonostante fossero state inviate ben tre richieste scritte dai legali degli organizzatori nei giorni precedenti. A queste richieste a tutt’oggi non è stata data risposta. Non ha avuto invece nessuna remora ad ascoltare le nostre istanze il vice Prefetto Galli che in un incontro molto equilibrato, come del resto sarebbe stato quello con i carabinieri, ha preso atto di un clima che si sta facendo sempre più teso, ed essendo la Prefettura responsabile per legge dell’ordine pubblico, ha ascoltato e preso nota di molti episodi. Episodi che sono stati esposti dal legale dell’AMOV, l’avvocato Alberto Scappaticci che con fermezza ha informato di alcuni episodi discutibili che hanno dato il via a esposti in Procura. La situazione non sembra essere migliorata, anzi, si stanno ripetendo episodi durante i quali vengono sequestrati tutti o una parte dei richiami vivi per presunte manomissioni dei sigilli, cioè gli anellini. E’ per questo che sta diventando assolutamente urgente un provvedimento di Regione Lombardia che disponga una sanatoria sugli anellini distribuiti. Abbiamo dimostrato in modo serio ed ineccepibile, per chi vuole farsi carico del problema ovviamente, che il 74% degli anellini ha dimensioni difformi da quanto comunicato dal produttore che fornisce gli anellini alla FOI. Cosa altro serve per cercare di risolvere il problema? Di quali prove ha bisogno la Regione per dare indicazioni ai propri uffici di predisporre con urgenza una sanatoria. Oggi tutti i cacciatori che detengono i richiami vivi sono potenzialmente a rischio di essere sanzionati senza nessuna colpa se non quella di aver utilizzato gli anellini a loro forniti con tutti i crismi della legalità. E’ anche questa una brutta pagina per Regione Lombardia: il silenzio delle istituzione non è mai stato così assordante! Ringraziamo invece il vice Prefetto Galli per la cortesia e la disponibilità dimostrata.
Referendum anti caccia
Si torna a parlare di referendum. Si apprende da alcuni organi di stampa che un comitato “Sì, aboliamo la caccia” avrebbe raccolto 500.000 firme per indire un referendum abrogativo. Innanzitutto le firme dovranno essere vagliate una ad una dall’apposita commissione della Corte di Cassazione e poi valutate nel merito dalla Corte Costituzionale. L’iter non è dei più semplici per fortuna, certo è che non si dovrà abbassare la guardia. Le associazioni venatorie nazionali tramite i propri delegati terranno monitorati i passaggi di cui sopra. La speranza, ovviamente, è che come spesso succede siano molte le firme decurtate, firme tra l’altro raccolte per la prima volta anche in modo digitale come prevedono norme recentemente approvate.