Ha fatto scalpore l’intervista rilasciata dall’assessore regionale Fabio Rolfi immediatamente dopo la sentenza del TAR di Milano sul ricorso presentato dalla LAC. Per l’assessore Rolfi la sentenza certifica che gli Uffici di Regione Lombardia non hanno sbagliato nulla e le associazioni venatorie devono le loro scuse per le manifestazioni organizzate a seguito della chiusura della caccia. Ancora una volta l’assessore Rolfi segue la linea dettata dai propri funzionari, che lo ripetiamo ancora una volta, si stanno rivelando non adeguati al compito loro assegnato, visto e considerato, a meno che non sia stato un incubo generale, la caccia è stata sospesa per più di 10 giorni. Di seguito la nota ufficiale del nostro presidente regionale Avv. Lorenzo Bertacchi:
“CARO ASSESSORE, PER COSA DOVREMMO CHIEDERE SCUSA, DI GRAZIA?
Sono rimasto attonito nel sentire le parole dell’Assessore Rolfi, raggiante per una sentenza al TAR Lombardia che ha visto in sostanza vincitrice la LAC. Il TAR, ci spiega l’Assessore, ha riconosciuto la legittimità procedurale di adottare il calendario adottato 2 giorni prima dell’apertura: motivo per cui si aspetta le scuse da parte delle Associazioni Venatorie. Le scuse per cosa? Per aver previsto e detto quello che è accaduto, ovvero che il TAR pubblicando così a ridosso avrebbe sospeso non solo alcune parti del calendario, ma tutto? Dovremmo forse ringraziarlo per la scelta dei suoi uffici che – pur potendo provvedere ai primi di agosto hanno atteso il 17 settembre – hanno determinato la chiusura della caccia per 10 giorni? Sì, perché non ci dicano che la Regione ha riaperto la caccia immediatamente: per i cacciatori Lombardi la caccia è stata riaperta il 2 ottobre. Quel che spiace è vedere che Assessore e Uffici tutt’oggi non hanno ancora capito cosa sia successo e come funzioni la giustizia amministrativa: continuano a confondere i provvedimenti cautelari con la decisione di merito. E spiace constatare che non abbiano capito nulla di quanto gli abbiamo scritto in maggio e luglio. Che il termine del 15 giugno per la pubblicazione del calendario non sia perentorio e che un calendario adottato in settembre sia comunque legittimo non era in dubbio nemmeno allora, ma pubblicandolo così tardi non si consente di esaminare eventuali ricorsi per tempo e si giustifica l’adozione di provvedimenti cautelari come quello adottato dal Presidente del TAR, indipendentemente dalla fondatezza effettiva – addirittura anche solo di facciata – o meno del ricorso. Ora che il TAR ha accolto solo in parte i motivi di ricorso della LAC, abbiamo nero si bianco la certezza non che Regione abbia agito correttamente pubblicando il calendario 2 giorni prima dell’apertura: tutt’altro! Abbiamo la certezza che se avesse pubblicato il calendario non appena possibile (primi di agosto) il TAR non avrebbe sospeso l’intero calendario, ma al più solo quelle disposizioni oggi bocciate.
La sentenza insomma oggi certifica che se abbiamo perso 10 giorni di caccia è stato esclusivamente per via della scelta – scellerata – di Assessorato e Uffici. E dovremmo chiedere scusa? E la sentenza, pur contraddicendosi, in sostanza va a riconoscere in capo a ISPRA un ruolo e un potere che vanno ben oltre quelli previsti dalla Legge 157/92: se qualche altra associazione vede un bicchiere mezzo pieno, io vedo una bottiglia in cui il vino sta per finire. Temo che il comunicato dell’Assessore sia ancora frutto dei cattivi consigli che riceve: del resto la LAC esulta per la sentenza perché ha vinto, la Regione esulta per la sentenza perché ha vinto… Forse in Regione hanno confuso la causa al TAR con le elezioni, dove è noto che vincano tutti. E come sempre ad aver perso insomma saremmo solo noi cacciatori, defraudati di 20 giorni di caccia ai turdidi (10 al bottaccio a settembre e 10 a sassello e cesena a gennaio), di 10 giorni di caccia alla stanziale e agli acquatici a settembre: ma del resto, restando in tema elettorale, si sa che l’elettore-cacciatore è destinazione prediletta della migrazione prenuziale dell’uccello padùlo (Turdus pàdula). E dovremmo anche chiedere scusa: per cosa, di grazia? Eh no, c’è un limite a tutto. Avv. Lorenzo Bertacchi Presidente Regionale FIDC Lombardia”
Condividiamo in toto il testo del comunicato di Federcaccia Lombardia. La Regione ha sbagliato, gravemente sbagliato, e vanno rimossi quanto prima i dirigenti che hanno combinato questo disastro. Cercheremo di ottenere un incontro con i vertici politici della Lega al fine di spiegare correttamente quanto successo e ottenere lo spostamento ad altri incarichi dei funzionari. A Milano si sta preparando il Piano Faunistico Venatorio Regionale, il testo che governerà la caccia nella nostra Regione per i prossimi 5 anni. Non possiamo permetterci di lasciare in mano a questi uffici una partita così importante.
Regione Lombardia in data 12 ottobre ha adottato il provvedimento di adeguamento del calendario venatorio alla sentenza del TAR: dal 13 ottobre pertanto si caccerà secondo le disposizioni dei calendari integrativi pubblicati in agosto e del calendario riduttivo del 17 settembre con le seguenti modifiche:
1) è sospeso il prelievo delle specie Tortora, Moretta e Pavoncella (il prelievo delle specie Combattente e Moriglione era già sospeso);
2) la Quaglia sarà cacciabile solo fino al 31 ottobre con carniere giornaliero di 3 capi e massimo stagionale di 20 capi;
3) per l’Allodola è confermato il periodo 2 ottobre -30 dicembre con carniere giornaliero di 10 capi e massimo stagionale di 50 capi (fan cumulo anche i capi prelevati fuori Regione);
4) il prelievo di Cesena e Tordo Sassello è consentito solo sino al 20 gennaio 2022;
5) prelievo della Coturnice come determinato secondo le Linee Guida.