Assoluzione con formula piena. E’ questa la sentenza del giudice del Tribunale di Brescia per tutti gli imputati nel processo che li vedeva accusati di mala gestione nei piani di controllo del cinghiale in provincia di Brescia. Le accuse per gli imputati erano gravissime, si andava dal peculato all’inquinamento ambientale, dall’uccisione ingiustificata di animali alla macellazione abusiva. Come Federcaccia non possiamo che essere soddisfatti della sentenza e congratularci con tutti gli imputati, che ricordiamo erano l’ex presidente della Provincia Gianluigi Mottinelli, il comandante della Polizia Provinciale Carlo Caromani, gli agenti della polizia provinciale Dario Saleri e Gianluca Cominini, i dirigenti della Provincia che negli anni si sono avvicendati all’Ufficio Caccia, Raffaele Gareri, Alberto Cigliano e Giulio Del Monte ed infine Oscar Lombardi ex presidente dell’Atc Unico. Soprattutto per Oscar Lombardi, non ce ne vogliano gli altri imputati, la nostra soddisfazione è altissima: Oscar non è solamente il vice-presidente Provinciale di Federcaccia, ma è soprattutto un amico per tutti noi ed una persona onesta. Un uomo che ha ricoperto la carica di Presidente dell’Atc Unico sempre con grande serietà ed onestà e vederlo accusato di peculato, proprio Oscar, era una cosa che non poteva stare in piedi e così è stato. Nessuno renderà a Oscar e agli imputati né il tempo né i soldi persi, nessuno renderà loro le notti insonni e tantomeno le preoccupazioni e i disagi. Ma la loro onorabilità è stata ristabilita dal Tribunale di Brescia in modo inequivocabile. Resta l’amaro in bocca per una stagione di accuse e processi finiti tutti in pane e acqua e probabilmente orchestrata ad arte da qualcuno. Ricordate la vicenda della restituzione degli anellini di cattura? Vennero fatte denunce, ispezioni della Forestale negli uffici di via Milano, allora sede dell’Ufficio Caccia ma non si arrivò a nulla. E sulla vicenda dei capanni autorizzati in Zona A in alcuni Comprensori della Zona Alpi, anche in questo caso venne fatta un’inchiesta cui seguirono denunce ed un processo, anche questo terminato con una assoluzione con formula piena. Chi ha cercato di sferrare un colpo mortale ad un’istituzione, la Provincia di Brescia, che con i suoi funzionari ha sempre gestito nel migliore dei modi la materia caccia? Chi ha cercato di delegittimare e screditare funzionari che hanno sempre lavorato con grande professionalità? Chi ha cercato di evidenziare presunte connivenze tra l’istituzione Provincia di Brescia e mondo venatorio bresciano? Sicuramente oggi manca molto la gestione della materia caccia a livello territoriale e manca soprattutto la presenza della politica, la figura dell’assessore provinciale alla caccia. Milano e i suoi uffici sono lontani, sia in termini di chilometri che di mentalità e sono un apparato burocratico troppo pesante e non abituato a gestire la quotidianità della gestione venatoria. Le competenze cresciute nelle province non sono state assorbite dalla Regione se non in minima parte e le conseguenze si fanno sentire. Se volesse la politica potrebbe ancora invertire la rotta, ma deve volerlo! La materia venatoria invece che essere abbandonata e svuotata di risorse andrebbe valorizzata, non solo per dovere istituzionale ma anche per rispetto per tutti coloro che versano le tasse per esercitare una attività consentita dalla legge. Quelle migliaia di persone che prima lunedì della settimana scorsa e poi il venerdì seguente hanno protestato sotto il Palazzo di Regione Lombardia chiedono rispetto, chiedono professionalità, chiedono attenzione. Come può la politica non tenerne conto? Come può la politica farsi scivolare addosso questo decadimento del proprio apparato gestionale sulla materia venatoria? Le associazioni sono state ricevute dal Presidente Attilio Fontana ma in un’ ora e mezza di incontro ci si è lasciati solamente con un impegno al maggiore ascolto con la creazione di una Consulta Venatoria, per altro prevista dalla nostra legge regionale. Il patrimonio faunistico ed il mondo venatorio meritano un cambio di marcia ed è doveroso che venga messo in atto; siamo tutti pronti a collaborare, a dare un contributo tecnico e legale su ogni questione, ma per essere ascoltati però, non per essere ignorati. Ed ogni proposta non deve, se accolta, essere paludata di mille orpelli burocratici da diventare alla fine inapplicabile ed inutile. Il Tribunale di Brescia ha fatto giustizia su accuse prive di fondamento, la politica faccia adesso la propria parte e ridia dignità ad una materia che non interessa solo noi cacciatori ma tutti i cittadini. Intanto una valanga di pacche sulla spalla al nostro amico Oscar Lombardi!
E’prevista per oggi al Tar di Milano l’udienza per il ricorso presentato dalla Lega Abolizione Caccia che ha portato alla sospensione dell’attività venatoria sino al 2 ottobre. Federcaccia Lombardia si è costituita con l’avvocato Lorenzo Bertacchi per poter affiancare in aula i legali di Regione Lombardia. Conosceremo nel dettaglio le memorie presentate, gli argomenti utilizzati per giustificare lo scostamento dal parere Ispra. E’ difficile fare pronostici e quindi rimandiamo a settimana prossima l’analisi approfondita di quanto stabiliranno i giudici.