Sempre la solita storia! Alcune associazioni venatorie non riescono a produrre altro che critiche su quanto fa o non fa Federcaccia! Ma è mai possibile che non riescano a vivere di proprie idee e proprie iniziative rispettando il pensiero altrui, frutto di ragionamenti e strategie, che se non condivisi andrebbero come tali ignorati. E invece sempre e solo polemiche, aggressioni verbali, parole gridate senza costrutto. Ma anche questa volta non raccogliamo la provocazione e nemmeno facciamo il nome di questi signori che stanno in piedi solamente perché qualche anno fa venne messa loro a disposizione la nostra polizza assicurativa. Ci teniamo invece a spiegare ai nostri associati e a chi vuol provare a sforzarsi di capire, la posizione di Federcaccia in merito alla mobilità intercomunale dei cacciatori in Lombardia, da due settimane zona arancione. Circa 20 giorni fa decidemmo di non firmare il documento preparato dalle altre associazioni venatorie in cui si chiedeva ufficialmente alla Regione Lombardia di preparare una delibera che sorpassasse i limiti della zona Rossa prima e Arancione poi. Contestualmente abbiamo inviato alla Regione una lettera in cui chiedevamo che il presidente Fontana si adoperasse con i colleghi delle altre regioni in Conferenza Stato Regioni per far sì che il nuovo DPCM tenesse conto delle istanze di tutto il mondo venatorio e concedesse anche ai cacciatori quanto era concesso ad altre categorie: in particolare di permettere ai cacciatori di muoversi liberamente negli Atc e nei Comprensori di iscrizione. Sono tutti documenti pubblicati e facilmente reperibili e questo nello specifico è del 30 novembre. Infatti, a parere di Federcaccia e nostro, non devono né possono essere le Associazioni a chiedere – peggio poi se con atti ufficiali – alla Regione di forzare la mano contro Governo e Prefettura, e per ragioni di opportunità che anche un bambino capirebbe. Succede però che il nuovo DPCM del 3 dicembre disattende ogni richiesta. Ecco allora la delibera della Toscana e del suo presidente Giani, seguito poi a ruota dalla Calabria che autorizza gli spostamenti; il nostro commento è stato allora di plauso a quanto fatto dalla Toscana perché è stata la politica a decidere di risolvere i problemi dei cacciatori, con coraggio, di fronte all’immobilismo punitivo del Governo. Secondo il nostro modo di pensare le Associazioni Venatorie devono rispettare ruoli e passaggi istituzionali; se poi la politica decide, come ha fatto Giani e come vorremmo facesse a questo punto Fontana, di superare gli impasse, ne siamo grati e con convinzione lo scriviamo. E’ per questo che ci lasciano l’amaro in bocca le critiche, anche personali contro il nostro presidente provinciale, ma anni di maldicenze hanno forgiato l’animo della nostra associazione e dei nostri dirigenti e continuiamo nel nostro percorso. Nel frattempo aspettiamo che il Tar il 22 dicembre si pronunci su un ricorso presentato contro uno scambio di email tra Regione Lombardia e Prefettura quando eravamo in zona Rossa. Aspettiamo invece suggerimenti, scritti ovviamente, su quale strategia tenere per il nuovo ricorso al Tar presentato dalla Lac di cui saranno a conoscenza sicuramente anche le altre associazioni. Infine respingiamo al mittente l’accusa di aver fatto perdere un mese di stagione venatoria ai cacciatori lombardi quando la nostra regione era Zona Rossa: “rispetto e coerenza” ci vogliono per quelle migliaia di persone che hanno dovuto chiudere le proprie attività ed oggi sono sul bilico di un baratro e non per le nostre ridicole beghe. Rimettiamo un pò tutti i piedi per terra, ne guadagneremo in credibilità e autorevolezza.