Come abbiamo avuto modo di scrivere nelle scorse edizioni del nostro notiziario, la caccia alla coturnice nella zona di maggior tutela dei Comprensori lombardi non si è aperta come da calendario perché Ispra non ha mandato in tempo i piani di abbattimento. Un ritardo inaccettabile se pensiamo che alcuni comprensori, prendiamo il C6 Valle Trompia, hanno mandato le schede dei censimenti all’Utr di competenza il 7 settembre. Ispra se deve dare dei pareri li deve dare in tempi certi altrimenti si elimini l’obbligo del loro parere. Arrivati però poi i pareri Ispra i Comitati di Gestione dei Comprensori Alpini si sono trovati un’ulteriore brutta sorpresa: le proposte fatte di prelievo, già richieste cautelativamente più basse di quanto prevedevano i censimenti sono state ulteriormente ridotte e gli UTR hanno imposto che i pochi capi disponibili venissero assegnati nominativamente a dei cacciatori. Ci spieghiamo meglio facendo sempre l’esempio del C6 Valle Trompia. Il censimento di coturnici poteva dar luogo, secondo la relazione del tecnico faunistico, ad un prelievo di 40 capi. Il Comprensorio per tutelare la specie ha chiesto ad Utr ed Ispra di autorizzare il prelievo di soli 20 capi. In tutta risposta Ispra ha ritenuto, rispondendo in ritardo, che potessero esserne prelevate solo 6 coturnici da assegnare nominativamente a 6 cacciatori. In tutta risposta il Comitato di Gestione presieduto da Giuseppe Bonomini, ha predisposto una lettera, secondo noi in modo corretto, con la quale comunica all’Utr di via Dalmazia che in Valle Trompia non verrà aperta la caccia alla coturnice. I cacciatori non ci stanno più a farsi prendere in giro e piuttosto che litigare tra loro, essendo circa 200 gli aventi diritti alla caccia vagante alla penna nel comparto di maggior tutela del Comprensorio C6, preferiscono non andare a caccia. Ma non è nemmeno corretto che l’indolenza di qualcuno diventi una privazione per qualcun altro e quindi è da rivedere il modo di confronto tra chi gestisce il territorio a fini venatori, cioè i Comprensori, e le istituzioni preposte. In questo Paese qualcuno deve fare una scelta: o compiere il proprio dovere per il quale è stipendiato oppure pagare per le proprie mancanze. I cacciatori hanno compiuto a Brescia un gesto di buonsenso e di responsabilità. L’importante è essere sicuri che questo non fosse l’obbiettivo che qualcuno voleva perseguire, cioè chiudere la caccia ad un’altra specie consentita a livello nazionale.
Foto: https://www.cacciando.com/index.php/caccia/tipi-di-caccia/montagna/item/981-il-mese-della-tipica-fauna-alpina