Va mantenuto il livello di attenzione di tutto il mondo venatorio bresciano e delle Istituzioni bresciane sui fatti delittuosi compiuti in Franciacorta circa 10 giorni fa che hanno portato alla distruzione organizzata di numerosi capanni. La domanda che più frequentemente fanno i cacciatori è: ma le associazioni venatorie cosa stanno facendo? Federcaccia può comunicare quello che stiamo facendo noi anche se siamo quasi sicuri che anche qualche altra associazione sta facendo delle iniziative di sensibilizzazione. Innanzitutto, tutti assieme, abbiamo chiesto un incontro al Prefetto. Ad oggi però, a fronte anche di un sollecito, non ci è stato fissato ancora nessun appuntamento; se è vero che siamo in un momento difficile in cui anche altre categorie economiche sono in subbuglio e scendono in piazza per protestare animatamente, crediamo che la Prefettura di Palazzo Broletto potrebbe trovare il tempo di incontrare i rappresentanti dei cacciatori bresciani e ascoltare le nostre richieste e le nostre proposte. Federcaccia Brescia ha poi depositato in Procura una querela contro alcune decine di persone che sui social, soprattutto Facebook, hanno inneggiato alla distruzione dei capanni in Franciacorta. La querela è per apologia di reato ed istigazione a delinquere e dovrà essere adesso la Procura insieme alla Polizia Postale ad individuare le generalità di chi ha scritto certi post veramente deprecabili ed eventualmente procedere. Un ‘analoga iniziativa di questo genere venne fatta da Federcaccia Bergamo ed il tribunale della città orobica portò in giudizio alcune persone che vennero condannate ad un risarcimento pecuniario. Una delegazione di Federcaccia ha poi incontrato la Digos nella figura di alcuni dirigenti con i quali è stata intrattenuta una importante riunione durante la quale ovviamente ci è stata fatta la raccomandazione di diffondere tra i nostri associati il messaggio che a fronte di qualsiasi provocazione va mantenuta la massima calma e vanno chiamate le forze dell’ordine. Gli uomini della Polizia di Stato hanno poi invitato a comunicare tutti gli avvistamenti sospetti, numeri di targa, fotografie e tutto quello che potrà servire a prevenire eventuali illeciti. Infine i nostri legali, di concerto con le altre associazioni, stanno raccogliendo tutte le denunce fatte da coloro che hanno subito la distruzione del capanno per chiedere alla Procura di Brescia di assegnare ad un unico Pubblico Ministero le indagini in modo che si evidenzi la premeditazione di quanto avvenuto e l’organizzazione di un certo numero di persone malintenzionate per realizzarla. Questo ed altro ancora sta facendo Federcaccia per non far passare ancora una volta un’aggressione verso il nostro mondo, come accaduto per gli scorsi anni in Montorfano, nel dimenticatoio.