Si è perso ogni senso della misura! E’ questa la prima sensazione che si prova visionando i filmati della telecamera a circuito chiuso installata da un cacciatore di Lumezzane all’interno della propria baita con adiacente appostamento fisso di caccia. Il filmato documenta il controllo effettuato da tre carabinieri forestali in borghese appartenenti al nucleo dei Soarda, inviati ogni anno nella nostra provincia per contrastare il bracconaggio. Due dei tre rappresentanti delle forze dell’ordine ad un certo punto atterrano con forza il cacciatore che comincia a chiedere aiuto cercando di divincolarsi dalla presa dei due che si rende invece ancora più violenta mentre il terzo militare continua a filmare la scena con il telefonino cercando di calmare gli animi a parole. Non è facile descrivere la scena perché provoca angoscia e forte malessere: perché questo uso sproporzionato della forza? Medicato al Pronto Soccorso di Gardone Val Trompia il cacciatore riceverà una prognosi di 5 giorni per contusioni alla mano al viso e ad un ginocchio. Le immagini delle telecamere sono impietose su quanto avvenuto, nessuna giustificazione per i carabinieri forestali, nessuna reazione scomposta del cacciatore, nessuna parola sopra le righe, nulla di nulla. Ma allora perché questa reazione sproporzionata? Era solo un’azione di controllo dell’attività venatoria, anzi nemmeno quello essendo il cacciatore tranquillamente seduto su una panca sotto il portico della baita, come documentano, sempre in modo asettico e incontrovertibile, le telecamere.
Come associazione venatoria raccomandiamo sempre ai nostri iscritti di avere il massimo rispetto nei confronti di chi esercita la vigilanza, siano essi forze dell’ordine o volontari, ma è evidente che lo pretendiamo a nostra volta, senza nessuna attenuante. E come si comporteranno adesso le decine di agenti della vigilanza volontaria delle associazioni animaliste dopo aver visto questo video? Si sentiranno forse legittimate ad alzare i toni visto che lo fanno anche i carabinieri forestali? Chi deve vigilare sulla sicurezza pubblica convochi una riunione d’urgenza per spiegare bene a chi effettua i controlli modi e metodi. Come associazioni venatorie bresciane abbiamo chiesto un incontro con il Prefetto e con il Procuratore della Repubblica: chiediamo che questo incontro avvenga subito perché i cacciatori sono esasperati. I cacciatori non si sentono sicuri, non si sentono tutelati nel loro diritto di esercitare una attività prevista dalla legge. Che indagini sono state fatte per la distruzione degli 11 capanni in Franciacorta la scorsa settimana? Qualcuno si sta impegnando? Chi? Nella giornata di lunedì i consiglieri regionali Floriano Massardi e Barbara Mazzali hanno incontrato il Prefetto: la nostra speranza è che l’incontro abbia portato dei risultati, che siano stati presi dei provvedimenti, e che saranno presi anche a carico di chi, come evidenziato dalle immagini, ha un comportamento discutibile e di certo sopra le righe. Se le Istituzioni politiche ci sono vicine che facciano sentire la loro voce! Se la politica vuole rimanere credibile si faccia sentire. A fronte di un reato deve esserci una sanzione non una punizione corporale! La dignità del cacciatore di Lumezzane è stata calpestata, umiliata, oltraggiata, qualcuno ne risponderà? Ancora una volta è il monte Ladino, tra Casto e Lumezzane, al centro di “attenzioni particolari” della vigilanza, senza che eventuali eccessi nei controlli siano parimenti attenzionati dalle Istituzioni. Un’ultima cosa vogliamo scriverla, dobbiamo scriverla: per noi i carabinieri sono un punto fermo della nostra società, sono una Istituzione a cui tutti guardiamo nei momenti di difficoltà, di paura, di bisogno. La bandoliera bianca, la striscia rossa sui pantaloni non impauriscono le persone oneste, danno sicurezza. Tutti abbiamo un amico un parente che è stato o è nei carabinieri, in molti hanno prestato il servizio militare nella Benemerita, ci è difficile capire perché chi è entrato nell’Arma dei Carabinieri non si comporti da carabiniere. Fermate, fermiamo questa escalation di violenza, sia essa verbale psicologica o peggio fisica. Non ci aspettano periodi facili, il virus maledetto è rientrato con forza nel tessuto della nostra società e non servono altre preoccupazioni a chi cerca serenità nel proprio appostamento di caccia. Il nostro appello è forte e chiaro: Prefetto, Procuratore della Repubblica, Comandante dell’Arma dei Carabinieri di Brescia, agite e fatelo in fretta prima che la situazione degeneri.