Inizierà anche a Brescia nel territorio dell’Atc Unico il prelievo in selezione al cinghiale? Sembra proprio di sì anche se mancano ancora alcuni passaggi burocratici. L’Atc Unico ha dato vita ad un’apposita Commissione della quale fanno parte delegati delle squadre di cinghialai che gestiscono le zone vocate, rappresentanti del mondo agricolo e venatorio, dell’Unione dei Comuni, del Consorzio Vini Franciacorta ed un ex funzionario dell’Ufficio Caccia e Pesca dell’Utr. Una compagine che riuscirà a dar vita ad un regolamento pratico e valido ma soprattutto ad una sua attuazione efficace. Quello che ci preme sottolineare però, al di là delle polemiche nate dalla liberalizzazione del visore notturno per i selecontrollori, è come dovranno operare questi ultimi sul territorio. Dal nostro punto di vista all’interno delle zone gestite dalle squadre, quindi nelle zone vocate, i selecontrollori dovranno essere iscritti alle squadre. Perché oggi a queste organizzazioni non viene più chiesto solamente di gestire il cinghiale da un punto di vista venatorio ma soprattutto sociale. Nel senso che i capisquadra dovranno essere il punto di riferimento di amministratori, agricoltori e semplici cittadini; a loro andrà segnalata la presenza di animali in zone antropizzate o con colture agricole specializzate e gli stessi capisquadra andranno ad organizzare i prelievi selettivi, nel rispetto di norme e regolamenti. In poche parole le squadre di cinghialai avranno il compito di gestire in autonomia ma con grandi responsabilità i cinghiali nelle loro zone. Diversa invece la questione nelle zone non vocate, dove è prevista l’eradicazione del suide: qui i selecontrollori, gestiti per esempio dall’Atc Unico, potranno effettuare i prelievi senza nessun vincolo di appartenenza ad alcuna squadra. Le responsabilità sono tante ma siamo convinti che la maturità raggiunta dai nostri cacciatori consentirà di mettere un argine alla forte espansione del cinghiale
*In relazione alla nota del 28.5.2020 a firma Zaghi Carlo, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, che invita le Regioni a non inserire nei calendari Venatori le specie moriglione e pavoncella, il 1° giugno la Federazione Italiana della Caccia ha inviato agli stessi destinatari una circostanziata nota tecnico-legale. Federcaccia ha invitato poi le Regioni e le Province autonome (molte delle quali tra l’altro hanno già approvato i calendari venatori 2020/2021) a non dar seguito alla nota del Ministero. “Tra le specie cacciabili – scrive Federcaccia – devono rientrare anche moriglione e pavoncella nel rispetto del comma 1 dell’art. 18 L. 157/1992 che il Ministero dell’Ambiente non può pretendere di modificare, tanto meno e addirittura con una semplice nota”.
- Sono aperte le iscrizioni al corso di abilitazione a caposquadra per la caccia collettiva al cinghiale info al 0302411362 – 0302411472