Il Tar della Lombardia con decreto datato a sabato 21 settembre ha accolto la richiesta di sospensiva cautelare avanzata dalle associazioni animaliste Lac, Enpa, Lipu, Lav, Wwf sospendendo fino al 10 ottobre (data della trattazione collegiale dell’istanza) la delibera della Giunta che aveva riattivato alcuni roccoli della Lombardia a partire dall’ 1 ottobre. “Il Provvedimento del TAR Milano giunge a sorpresa -sono le parole di Lorenzo Bertacchi, Presidente Federcaccia Lombardia-, in quanto la relativa istanza di pronuncia urgente prima dell’udienza non risultava dal ricorso originario: le associazioni animaliste hanno presentato ulteriore ricorso venerdì, chiedendo un provvedimento urgente. Questo ovviamente non cambia, bensì avvalora l’intenzione di Federcaccia Lombardia di partecipare al procedimento e procederà con la notifica dell’atto di intervento già annunciato per poter partecipare all’udienza del 10 ottobre. In quella giornata pensavamo di dover lottare per tenere aperti i roccoli. Ora lotteremo per aprirli”. La scelta coraggiosa dell’assessore Rolfi ha provocato una reazione immediata delle associazioni animaliste e voci di corridoio dicono che non è finita qui. Altre deliberazioni di Regione Lombardia potrebbero essere impugnate di fronte al TAR di Milano rendendo quella del 2019/2020 una stagione difficile. Quello che però è chiaro, almeno per Federcaccia Brescia, è che non si deve cedere a nessun ricatto e a nessuna minaccia. Se è vero come è vero che la possibilità di riaprire i roccoli per approvvigionare di richiami vivi i cacciatori da appostamento fisso è legalmente percorribile allora Regione Lombardia deve andare fino in fondo anche solo per il rispetto di migliaia di cacciatori-cittadini che esercitano una attività, la caccia, legale. L’attività venatoria è fortemente e severamente regolamentata: la comunità dei cacciatori è obbligata a rispettare queste regole ma ha anche dei diritti, sanciti da leggi e direttive. Qui non si tratta di essere a favore o contrari alla caccia ma di stabilire se il principio dell’equità e delle leggi si applica anche all’attività venatoria. L’assessore Rolfi e gli uffici di Milano hanno lavorato in modo preciso predisponendo una delibera che autorizza la cattura solamente di 12.000 richiami in tutta la Regione. Nella vicina Francia questi numeri vengono applicati per singolo dipartimento, paragonabile alle nostre province. Le autorizzazioni sono pubbliche e rinnovate ogni anno, cosi come in altri paesi europei; è quindi di difficile comprensione, per il singolo cittadino-cacciatore questa diversità di trattamento. Federcaccia sarà a fianco di Regione Lombardia il 10 ottobre e lo sarà con avvocati di esperienza riconosciuta. Crediamo che all’istituzione regionale non possa che far piacere la nostra fattiva collaborazione, come sempre fatta di azioni e non di chiacchiere.