L’agente patogeno, la Borrelia, è batterio trasmesso all’uomo attraverso la puntura di zecche dure del genere Ixodes (quelle che normalmente vedete sui caprioli). I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati da animali selvatici (roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri).
Nell’uomo l’infezione colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Può manifestarsi con sintomi gravi, persistenti e, se non viene curata, assume un decorso cronico. All’inizio si manifesta con una macchia rossa che si espande lentamente dal punto dove la zecca ha morso. Entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono sviluppare disturbi neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie, meningiti e polineuriti. I sintomi sono fluttuanti. La malattia non porta a sviluppare immunità, per cui l’infezione può essere contratta più volte nel corso della vita.
Dal momento che gli esami di laboratorio non sono sempre in grado di confermare o escludere in modo definitivo la malattia, la decisione di iniziare il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica e dei dati anamnestici ed epidemiologici.
Quindi, in caso di sviluppo dei sintomi, ricordatevi sempre di segnalare al medico la puntura di zecca. Fondamentale è cercare di evitare la puntura di zecca, di controllarsi bene ogni volta che si rientra a casa e di togliere le eventuali zecche nel modo corretto. Ricordata, se ci sono i caprioli, ci sono le zecce!