Federcaccia promuove la formazione dei cacciatori. E’ questa la strada che la nostra associazione ha deciso di percorrere, parallelamente al finanziamento di progetti scientifici. Sentiamo sempre più spesso parlare di caccia etica e di sicurezza durante l’attività venatoria, allora cosa c’è di meglio che organizzare un’esperienza formativa, che prevede lezioni teoriche alternate ad uscite sul campo, in un Paese in cui la cultura venatoria è fortemente radicata?
Ecco che nasce l’Academy di Federcaccia Brescia: un vero e proprio corso di formazione pratica venatoria indirizzato ai neoselettori che vogliono prendere confidenza con la caccia di selezione.
Dopo il successo della prima edizione, Federcaccia Brescia ha fortemente voluto organizzare un secondo appuntamento, che si è svolto dal 27 al 29 aprile presso Kaposvàr, in Ungheria. Abbiamo chiesto ad uno dei tecnici che ha partecipato al progetto di raccontarci come ha vissuto questa esperienza, seppur “dall’altro lato della cattedra”.
Di sotto, è riportato quanto ci ha scritto.
Se il viaggio di andata è sempre carico di aspettative sulla nuova esperienza che si andrà a svolgere, quello del ritorno è tempo di bilanci.
La strada è lunga e dispiace sempre un po’ lasciare quei posti fantastici per la caccia e per gli amanti della natura quali sono in Ungheria, nella fattispecie di Kaposvar, teatro della II edizione della “Academy” promossa dalla sezione provinciale bresciana di Federcaccia.
Bilanci positivi per diversi aspetti, il primo ma non sicuramente il più importante, a livello venatorio. Non si può negare che l’Academy sia nata per un idea di continua formazione dei nuovi (o “datati”) Cacciatori di ungulati (Si, “Cacciatori” l’ho scritto in maiuscolo, perché in un paese come l’Ungheria si trasuda cultura venatoria ed è sempre più facile captare qualcosa di buono da riportare poi nel nostro bagaglio personale), ma comunque l’aspetto venatorio rimane sempre importante.
Cacciare in posti belli e con densità tali da poter avere diverse chances durante l’uscita di caccia aiuta molto.
Il secondo aspetto è quello umano. Ogni volta si riesce a amalgamare persone e cacciatori di diverse età, diverse regioni geografiche e con diverse esperienze passate (se ci siamo riusciti questa volta con un cacciatore d’Africa e un novizio controllore di nocivi abbiamo buoni propositi per le prossime edizioni).
Il terzo aspetto, forse il più importante, quello per cui la mente di Mario continua a produrre, è l’aspetto formativo dei cacciatori.
La realizzazione dell’Academy impone sicuramente impegno, su tutti i livelli. Lo scopo però ripaga tutte le levatacce e gli aspetti serali a tu per tu con sciami di zanzare.
La parte formativa la si prova sul campo, è questa forse la differenza principale da una uscita di caccia organizzata in qualsiasi paese estero e l’Academy? La possibilità di essere aggiornati, imparare qualcosa di nuovo, ma soprattutto di mettere in pratica quello di cui si è discusso a lezione nel giro di poche ore. Tarare la carabina e provare con mano come non si “rimane” fermi con un tiro con il bastone; discutere di balistica su un determinato calibro e capire che forse non è il più adatto proprio nel pomeriggio stesso; entrare in confidenza con un sistema di caccia basato sulla selezione e sulla cultura dell’ambiente e assistere ad un battesimo degli ungulati per ben tre nuovi Cacciatori di Selezione.
Questa è l’Academy: regala sempre nuove emozioni e la voglia di riviverle assolutamente.
Samuele