Sappiamo tutti che l’estate di quest’anno è stata particolarmente torrida e priva di precipitazioni. La siccità ha tormentato il nostro paese e messo in ginocchio l’agricoltura italiana, un settore che anno dopo anno diventa sempre di più ambasciatore della cultura del Belpaese. Ovviamente queste condizioni, al limite dello stato di calamità hanno risvegliato i sensi di tutti coloro che aspettano questo tipo di disgrazie per punire l’attività venatoria. Le sigle animaliste non hanno certo perso tempo nell’occupare spazi televisivi e le pagine dei giornali per denunciare una vera e propria ecatombe di specie di fauna selvatica che imponeva, a loro dire, uno stop della stagione venatoria. A rafforzare le loro istanze è intervenuta anche Ispra, l’istituto che dovrebbe fornire supporto tecnico scientifico alle istituzioni di ogni ordine e grado quando si affronta l’argomento fauna selvatica. Ispra ha infatti diramato una nota, a firma del Direttore Piero Genovesi responsabile dell’Area Pareri Tecnici e Strategie di conservazione, dal titolo “Limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il paese”; la nota è del 28 agosto. L’on Guido Galperti, esponente bresciano del PD, qualche giorno fa ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al Ministro Galletti, da cui dipende Ispra. Con la grande autorevolezza e precisione che spesso lo contraddistingue Galperti ha fatto presente al Ministro che il documento del Dott. Genovesi nella parte in cui si evidenziano le misure da adottare per tutelare la fauna selvatica è perfettamente identico ad un documento stilato 5 anni prima da un altro dirigente di Ispra. Il parlamentare bresciano nella sua interrogazione rimarca invece che gli studi e le proposte del mondo scientifico devono richiedere un continuo aggiornamento di dati, di condizioni, di verifiche e di rimedi prescrittivi. E’ quindi singolare questa speculare somiglianza dei due pareri e quindi viene da chiedersi quali siano le modalità di ricerca messe in campo dallo stimatissimo, così lo definisce Galperti, Istituto di ricerca. Si chiede infine parlamentare bresciano “se l’assoluta coincidenza di due testi, vergati a cinque anni di distanza e da due diversi studiosi, possa essere considerato come un fatto assolutamente eccezionale che però conferma, in materia, una linea non precostituita ma costante, precisa e assolutamente immutevole”. Vedremo cosa risponderà il Ministro Galletti; dal canto nostro non possiamo che rimarcare questi comportamenti poiché dalle decisioni e dai pareri di Ispra spesso dipende l’esistenza o no di alcune forme di prelievo venatorio. Stiamo ovviamente parlando del prelievo della piccola migratoria da appostamento fisso e dei richiami vivi: se la scientificità e la professionalità messa in campo da Ispra è la stessa con cui sono stati redatti i due pareri non possiamo sperare in un repentino cambio ai vertici di Ispra.
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