Dal primo di gennaio 2017 la tassa di concessione regionale, quella di 64,56 euro si può pagare solamente tramite bonifico bancario. Di questo argomento avevamo già parlato in altre occasioni nella nostra rubrica sottolineando i gravi disagi che una decisione di questo tipo, apparentemente ininfluente, può effettivamente portare. Innanzitutto la scomodità: i cacciatori o i nostri dirigenti, sono abituati a recarsi presso un qualsiasi ufficio postale e pagare in un’unica soluzione la tassa di concessione governativa, la tassa regionale, la tessera assicurativa e i capannisti, anche la concessione per il capanno. Ricordiamo che molti cacciatori sono anziani ed hanno maggiore dimestichezza con gli uffici postali piuttosto che con gli sportelli bancari. Effettuare un bonifico bancario, come chiede la Regione Lombardia, presuppone poi avere un conto corrente bancario o postale, condizione che non tutti hanno. Inoltre il costo di un bonifico non sempre è basso e a seconda degli istituti bancari può arrivare anche a 5 euro. Quello che vorremmo far capire alla regione Lombardia, e siamo convinti che l’Assessore Fava questa cosa l’abbia recepita, è che si tratta di iniziative poco comprensibili sia per noi che soprattutto per i cacciatori. Ci è stato risposto che il costo del conto corrente postale era troppo oneroso: suggeriamo di dividere la cifra sui 70.000 cacciatori lombardi e ritoccare il valore della tassa regionale. Non ci scandalizziamo ma evitiamo disagi ben più onerosi.
*Per opportuna conoscenza si riporta la nota di chiarimento del Ministero della Salute, ricevuta dalla nostra settoriale Acma, ad integrazione del dispositivo n.29861 del 30 dicembre sulla sospensione temporanea all’utilizzo in deroga dei richiami vivi appartenenti agli Ordini degli Anseriformi e Caradriformi. Per quanto più strettamente legato all’aspetto venatorio, si precisa al punto 6: “Relativamente alla sospensione della deroga dell’utilizzo dei richiami vivi, nel caso in cui i predetti animali siano tenuti all’interno delle gabbie nei laghetti di caccia, gli stessi, nel rispetto delle più scrupolose norme di biosicurezza, devono essere riportati nelle sedi dove sono abitualmente custoditi durante i mesi di non attività venatoria. Nel caso invece i volatili fossero destinati alla macellazione, i Servizi veterinari dovranno effettuare, sulle carcasse, campionamenti di organi per la ricerca del virus dell’influenza”. Ricordiamo a tutti gli appassionati alla caccia agli anatidi che si tratta di questioni molto delicate ed utilizzare i richiami vivi dopo la circolare del Ministero della Salute potrebbe far incorrere il cacciatore in una sanzione penale, nello specifico l’utilizzo di mezzi vietati, artico 30 lettera h. Le disposizioni vanno scrupolosamente osservate da tutti.