La Provincia di Brescia inquinata come la “Terra dei fuochi” forse anche peggio secondo un pentito di camorra. E questo quanto abbiamo letto ieri sulla prima pagina del Giornale di Brescia con grande smarrimento e preoccupazione. Nelle cave e nelle discariche della nostro territorio sarebbero state sversate migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi da parte di organizzazioni malavitose con il benestare di alcuni politici.
Da tempo alcuni giornalisti e comitati spontanei di cittadini denunciano questa situazione. La sola associazione ambientalista che abbiamo visto coinvolta negli anni è stata Legambiente mentre tutti le altre, compresi tanti pennivendoli si sono sempre e solo occupati dell’unico e vero problema ambientale di Brescia: la caccia. Dove erano questi signori paladini della legalità e dell’ambiente? Ma questo è nulla se pensiamo alle missioni anti-bracconaggio pagate ogni anno dal Ministero dell’Agricoltura. Ci riferiamo ai Noa che ogni anno da vent’anni a questa parte organizzano l’Operazione Pettirosso; lecita per carità, ma se paragonata agli illeciti ambientali perpetrati sul suolo bresciano da parte delle eco-mafie una vera stortura. Verranno ancora i Noa a cercare archetti e reti? Da anni diciamo che gli archetti sono spariti e che la normale vigilanza venatoria dovrebbe essere effettuata dalla Polizia Provinciale, Nucleo Ittico Venatorio, preparato e rispettato sul territorio. I soldi dell’Operazione Pettirosso potevano essere utilizzati per implementare il lavoro svolto dal Corpo Forestale di Brescia che sappiamo invece essere stato messo in condizione di non operare per i continui tagli economici. Anche la Polizia Provinciale su questo tema avrebbe potuto e dovuto fare di più ma l’importante era, lo sappiamo, comunicare a fine anno il numero di contravvenzioni amministrative e penali elevate ai cacciatori, loro si nemici dell’Ambiente! Francamente, ancora una volta, Federcaccia la pensa in modo molto diverso.
* L’Atc Unico di Brescia informa che alla data del 20 novembre compreso, non è stato raggiunto l’80% del prelievo dal Piano autorizzato da UTR di Brescia, pertanto la caccia alla lepre è chiusa ed entreranno in vigore i provvedimenti Regionali.
Prendiamo atto della scelta gestionale dell’Atc che approviamo, allo stesso tempo dobbiamo pero anche rimarcare che questa scelta tecnica dell’Atc non è ancora stata recepita da molti cacciatori che da un lato segnato correttamente sul tesserino regionale il prelievo della lepre abbattuta nello stesso tempo però ignorano la comunicazione attraverso le schede all’Atc. Questa mancata segnatua si ripresenterà sicuramente anche quest’anno il risultato però non è soltanto una chiusura anticipata del prelievo ma anche una diminuzione dei capi che potranno essere immessi sul territorio l’anno prossimo.