Qualche giorno fa in Vallecamonica, comune di Darfo è stato ucciso illegalmente un esemplare di Ibis Eremita, un volatile appartenente ad una specie estinta allo stato selvatico e che con un complesso progetto europeo si sta cercando di reintrodurre in natura. L’animale è stato abbattuto con munizione spezzata a pallini e si presume quindi, anche se la certezza assoluta non la si può avere, che si tratti di un cacciatore. La notizia è stata subito ripresa e pubblicata su tutti gli organi di informazione locali e nazionali, con grande sdegno, lecito, ma anche grande amplificazione di problemi che certamente esistono ma che non rappresentano il mondo venatorio bresciano. Vorremmo però scrivere alcune considerazioni, una sorta di lettera, all’autore di questo grave reato dalle ripercussioni ancor più gravi. A nome di tutti i federcacciatori bresciani vogliamo dirgli che è un ignorante; ignorante perché ignora le principali regole dell’attività venatoria, perché non conosce la selvaggina, perché non usa la testa prima di premere il grilletto. La possibilità che hanno i cacciatori di prelevare la fauna selvatica è un privilegio enorme nei confronti della società. È una concessione di fiducia che va onorata con grande consapevolezza: se ti piace sparare vai al piattello, comprati un videogioco ma non distruggere l’ambiente solo perché sei ignorante. Vorremmo poter dire all’autore di questo reato che è un egoista sconsiderato. Azioni come questa vanificano tutti gli sforzi fatti per legittimare all’interno della società la caccia sostenibile ma anche le richieste di poter continuare a praticare le nostre caccie tradizionali. Come possiamo essere credibili quando avanziamo le nostre legittime richieste, perché se le facciamo è perché ci crediamo, in Regione, in Parlamento, presso la Comunità Europea? Che garanzie siamo in grado di fornire? Quest’anno tutti gli Ibis eremita sono stati abbattuti a fucilate in Nord Italia: perché? Perché questi atteggiamenti dissennati? Non è simile a nessuna specie cacciabile, è grande e di facile identificazione o perlomeno capisci che è protetto, perché abbatterlo? Dove sta andando la caccia, la nostra caccia, quella dei nostri predecessori e delle nostre tradizioni? Ci lamentiamo della presenza della vigilanza volontaria delle associazioni ambientaliste: dovremmo opporre legalità e invece accendiamo i richiami elettromeccanici, perché il 90% dei verbali questo sanzionano. Che fine ha fatto la tradizione di selezionare i richiami, l’abilità di farli cantare, il piacere di ascoltarli? La caccia moderna deve essere etica, corretta , sostenibile altrimenti non sopravvivrà. Fortunatamente la maggior parte dei cacciatori è onesta e non permetterà che una minoranza di disonesti, perché tali sono, faccia chiudere la caccia di tutti.