Anche quest’anno il mondo venatorio è chiamato a essere parte attiva di un sistema di monitoraggio della fauna selvatica che permetta di ottenere dati fondamentali, non solo per la ricerca, ma concretamente, in termini di prevenzione per la salute dell’uomo.
A partire dagli ultimi anni del secolo scorso, focolai di patologie emergenti si sono manifestati in Italia e altri Paesi europei causando malattie nell’uomo e negli animali.
Tra queste la West Nile Disease (WND), causata da un flavivirus, è una malattia infettiva di origine virale non contagiosa, ovvero non trasmessa per contatto diretto, ma veicolata da insetti vettori, in particolare alcune specie di zanzare ornitofile (che si cibano sugli uccelli), appartenenti al genere Culex.
La WND è una zoonosi e l’uomo s’infetta attraverso la puntura di zanzare infette, che hanno assunto a loro volta il virus da uccelli (ospiti principali) in fase viremica (periodo in cui il virus è presente nel sangue circolante). Il virus, quindi, si trasmette nelle popolazioni di uccelli selvatici sino a quando, in eccezionali condizioni ecologiche favorevoli, può trasferirsi dalle zanzare agli uomini che rappresentano gli ospiti a fondo cieco dell’infezione. Gli uccelli sono, di fatto, gli ospiti vertebrati principali del virus della West Nile. Gli studi effettuati sul ruolo delle varie specie di uccelli indicano come a livello locale alcune specie (come ad esempio gazze, corvi, ghiandaie) sono tra quelle maggiormente coinvolte nel mantenimento dell’infezione, ovvero a perpetuare la presenza del virus è in un’area grazie all’azione delle zanzare.
L’uomo, i cavalli e altri mammiferi sono considerati ospiti accidentali a fondo cieco e fortunatamente la maggior parte delle infezioni nell’uomo decorre in modo del tutto asintomatico.
Uno dei pochi strumenti efficaci nell’arginare le virosi trasmesse da vettori è l’identificazione precoce (early detection) dell’ingresso del virus in un territorio in modo da permettere l’attivazione dei sistemi di allerta rapida del Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Questo obbiettivo si può raggiungere attraverso la ricerca del virus nel due principali attori del ciclo epidemiologico: le zanzare e gli uccelli.
Le prime sono catturate da esperti operatori del SSN. Per quanto riguarda gli uccelli, il virus deve essere ricercato nelle specie stanziali e in particolare in: Gazza (Pica pica), Cornacchia grigia (Corvus corone cornix), Ghiandaia (Garrulus glandarius).
La sorveglianza su queste specie è un’attività strategica e si chiede ai cacciatori che abbatteranno delle cornacchie in occasione delle giornate di preapertura, di far pervenire le carcasse all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna per le analisi di laboratorio.